La Khantuta
Quando si avvicina il 6 agosto, è immancabile nei quaderni
di educazione civica il disegno della khantuta: i ragazzi rappresentano i
simboli della patria: la bandiera, ovviamente, lo scudo nazionale e questo bel
fiore, una campanula che ha gli stessi colori in cui si identificano i
boliviani: rosso, giallo e verde. La khantuta è molto popolare: numerosi negozi
ne portano il nome, e già ai tempi degli Incas era il fiore dell’impero.
la khantuta |
Ho trovato in un libro una leggenda molto bella sull’origine
di questo fiore, che ora vi condivido:
Il giovane Dio Cuurmi era molto triste: possedeva la
bellezza nelle sue mani, ma questa durava ben poco: quando lanciava
l’arcobaleno, il cielo si colmava di colori, però era questione di un istante,
e spariva. “Che valore ha questa bellezza che posseggo, se dura così poco?”
La tristezza di Cuurmi dava molta tristezza agli altri dei,
in particolare al vecchio Kjunu, dio delle nevi. I suoi lamenti arrivarono fino
al sommo dio Wiracocha, che chiamò al giovane Cuurmi e gli disse:
“Il tuo pianto non si addice a un dio: l’immortalità è la
qualità degli dei, la caducità è degli uomini. Perciò, affinché la tua bellezza
non sia transeunte, ti dico di unirti al bel fiore bianco che spunta nelle
valli andine, che si chiama Khantu”.
Cuurmi obbedì al sommo padre Wiracocha, abbracciò al fiore
bianco, ne odorò il profumo particolare, e la candida campanula di impregnò dei
colori del dio. Dala loro unione nacque una pianta i cui fiori vestono i colori
dell’arcobaleno: rosso, giallo e verde.
La Khantuta
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