Un korogocho di cachibachi
Una delle cose divertenti delle nostre comunità
internazionali è il linguaggio trasversale che si costruisce, prendendo da
varie lingue delle parole particolarmente espressive. Per esempio, “fofoca” o
“mushené” per indicare il pettegolezzo: sono suoni che danno l’idea del
sussurro all’orecchio del super pettegolo di turno, non vi pare?
In questa fase di chiusura delle comunità, la parola
d’ordine è “trasloco”, e la realtà che stiamo vivendo è fatta di scatole,
scatoloni, mille cose che escono dagli armadi, dopo anni di totale dimenticanza
della loro esistenza… E così, il linguaggio trasversale ha coniato una
espressione che dà l’idea del marasma attuale: un korogocho di cachibachi (due
parole imprestate rispettivamente dal kiswahili e dal castellano), e che
significa: un caos di cianfrusaglie.
E’ molto interessante costatare come una casa parla dello
stile di vita della comunità: quanto si è accumulato, o quanto si è saputo
vivere nell’essenzialità. Con piacere possiamo affermare che in Comandancia
Frías le sorelle hanno vissuto in estrema essenzialità, oggi come ieri. L’unica
cosa che mi fa sorridere è lo spremitore di agrumi elettrico, del quale ancor
oggi non ho capito l’utilità nell’Impenetrabile… Ma questa è l’eccezione che
conferma la regola.
cosa si trova in vecchi bauli? |
Le videocassette, ormai inutili, indicano il cambio rapido
della tecnologia, e poi, come sempre succede quando si fa trasloco, gli oggetti
e le foto fanno affiorare molti ricordi, che sono come le orme delle sorelle che
sono passate per di qui, e alcune di esse sono già in Cielo…
Il piccolo korogocho di cachibachi ci testimonia una vita di
missione semplice ed essenziale, vissuta dalle sorelle con la gente di
Comandancia, ed è anche un bel risparmio di energie per noi, che ci ritroviamo
a smontare la baracca, nel caldo terribile dell’estate (o è solo primavera???) chaqueña.
Un korogocho di cachibachi
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