Ed è già memoria...
Sì,
è già memoria: preziosa, sofferta, custodita nel cuore e divenuta preghiera di
riconoscenza, di profonda gratitudine e, al tempo stesso, ferita che duole.
Perché la Missione è così: ti spinge oltre, ti affida ad una Terra, ad un Popolo,
diviene Volto e Cuore di una cultura
che, poco a poco, apprendi ad avvicinare, a scoprire e ad amare, con passione e stupore, ed infinita riconoscenza...
E poi ti indica nuovi orizzonti, perché il cammino del Regno continua e tu, tu
sei sempre e solo un pellegrino, ferito dall’Amore, un pellegrino che tenta di
cogliere i segni di Dio nel quotidiano, perché il Regno viene nella semplicità e a piedi (così canta un ritornello
argentino).
Ed
impari ogni giorno a scoprire il Dio-con noi, Padre-Madre della Vita, che nell’esperienza
della Consolazione più vera, si fa compagno di viaggio e ti invita a cogliere e
donare speranza e consolazione, a piene mani, a non sorprenderti della tua
piccolezza e debolezza, ma ad abbandonarti nel Suo Amore.
Comunità 2012 |
A
Comandancia Frìas (Impenetrabile chaqueño) il Natale ha portato con sé il dono
della Vita nuova e il dolore della separazione.
Ci siamo salutati con un forte abbraccio, o con una stretta di mano
veloce, per nascondere, in qualche modo, il dolore della partenza. “Anche per voi è duro, vero?” mi diceva Eli.
Sì, Eli, anche per noi è tanto difficile partire!
Non
abbiamo più visto né Matias, né Ernestina e neppure la maggior parte dei
fratelli e sorelle wichi. Quando si è diffusa, in Comandancia Frìas, la notizia
della nostra partenza, è stato il silenzio ad esprimere in qualche modo il loro
dolore per la separazione.
Ma
la loro vita è ormai per sempre parte della nostra esistenza: per vent’anni ne abbiamo
condiviso il cammino, li abbiamo accompagnati con amore, consapevoli sì delle
nostre fragilità e debolezze, ma impegnate a “essere sorelle” con l’ascolto e
il dialogo, lo sforzo condiviso nella lotta per la Terra e per il
riconoscimento dei propri diritti come Popolo Originario, con la sofferenza e
l’impotenza nel constatare tante ingiustizie che sembrano non aver mai fine.
Almita,
la piccola vicina di casa, ci ha abbracciate prima di partire per le vacanze
dai suoi nonni e ci ha sorprese con la sua espressione:”Hermanitas, vi ricorderò ogni anno della mia vita!”. Ci siamo
guardate commosse.. sì Almita anche noi ricorderemo te e Bianca, Ebrahim, Ramona
e… tutti! L’elenco è infinito e da ciascuno abbiamo ricevuto tanto…è il calore
dell’amicizia, è la festa dell’accoglienza, è lo sguardo riconoscente, è il
sorriso sereno dopo lunga sofferenza, è la testimonianza di fede semplice nella Provvidenza, è il miele silvestre e l’artigianato in
fibra, offerti in silenzio per dirti grazie. Ma è anche la sofferenza condivisa
con le mamme che vedono i loro figli senza un futuro, perché la scuola continua
ad emarginarli ed allora la scelta più facile diviene l’alcool o la droga. Abbiamo spesso accompagnato le donne alla
Commissaria, per avere spiegazioni, per cercare come risolvere situazioni di
adolescenti o ragazzini in difficoltà. E abbiamo accolto in cuore il loro
dolore, quasi sempre senza soluzioni o vie d’uscita.
Ernestina |
Siamo
partite il giorno dopo Natale, al mattino presto, quando già gli uccelli
cantavano.. ma il cielo era coperto di nubi e lungo il cammino il monte chaqueño sembrava ancor più
maestoso nella bellezza della sua vegetazione.
Nel
nostro cuore facciamo memoria… e ringraziamo, con le lacrime agli occhi, sì, ma
con profonda gratitudine, diciamo GRAZIE per il dono che il Chaco e la sua
gente sono nella nostra Storia di Famiglia. Quante Sorelle hanno avuto la
grazia della Missione in questa Terra… e sr. Luisa e sr. Diega, già in Cielo,
continuano a benedire questo Popolo che hanno amato.
La lunga strada sterrata |
Nel
marzo del 1986 era iniziata la nostra presenza in Chaco, con l’apertura della
Comunità di Machagai, primo passo per conoscere il mondo dei Popoli originari,
e poi venne Comandancia Frìas nel 1992. Tobas e Wichis: culture autoctone, con
profonde radici, la ricchezza di sapienza e spiritualità, popoli segnati
dall’esclusione ed emarginazione sofferte da secoli. Hanno aperto per noi la porta
del loro cuore e per anni abbiamo
condiviso con loro il cammino.
Cardinali e passerotti vengono a bere nel nostro giardino |
E
ora è già memoria…memoria del viento
norte che soffia violento e sembra voler portar via ogni cosa; memoria del chamamé, ritmo musicale e danza del
Chaco, che racconta in melodia leggende paesane e storie d’amore; memoria del sapucay, il grido prolungato del taglialegna che esprime in questo modo i sentimenti
più profondi di chi, vivendo nel monte
chaqueño, lo conosce palmo a palmo e stabilisce con la natura un legame
profondo, un legame di vita; memoria dei silenzi e dei suoni, dei canti degli
uccelli, dello stridio delle cicale, dei colori e dei profumi dei campi,
memoria dei lunghi kilometri di terra battuta, dei viaggi rallegrati dal mate, dalle condivisioni, dai sogni e dalle sonore risate….
Un lapacho fiorito nel cortile di Oscar e Paulina |
Alla
Vergine di Itati, Patrona del Nord, abbiamo affidato tutti e ciascuno, sì,
perché nel cuore ciascuno ha il proprio
posto, con il suo volto e la sua storia, con quella ferita che è al tempo stesso un dono unico, perché ogni relazione
ti segna profondamente e ti chiede di aprirti alla grazia irrepetibile, di cui ogni persona è portatrice. E di cui
sei debitrice, per sempre, con infinita riconoscenza.
E
alla Vergine abbiamo chiesto di benedire le Suore di Madre Laura e le
Missionarie Diocesane che continueranno in Comandancia Frías la presenza missionaria.
Suor Gabriella
Ed è già memoria...
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