Buon compleanno, Potosí!
Come tutti i lunedì mattina, vado alla scuola per la
preghiera di inizio settimana, che è seguita dalla “ora civica”, dove ogni
settimana un professore sviluppa un tema, legato ad un valore. Il primo di
aprile è coinciso con l’anniversario di fondazione della città di Potosí,
questo centro urbano a 4000 metri di altezza, ai piedi del Cerro Rico, così
affascinante, con le vestigia dei secoli passati. E’ stato bello ascoltare
dalla voce della Professoressa Lourdes un poco della sua storia.
due studenti presentano una danza in onore a Potosí |
Nel 1545, quando già gli spagnoli erano arrivati in Bolivia,
un uomo del luogo ha quasi fortuitamente scoperto argento sulle pendici del
Cerro Rico, il Sumaj Orqo in quechua. Questa montagna è praticamente un pozzo
senza fondo di argento, sono secoli che la scavano, e ancora regala grandi quantità
di questo minerale prezioso.
Gli spagnoli non hanno perso tempo: trovata la miniera,
fondata la città, dove i colonizzatori vivevano da nababbi, però… ben 15.000
abitanti indigeni sono morti nelle viscere del Sumaj Orqo, per estrarre la
ricchezza agli europei.
il Cerro Rico, sullo sfondo della centralissima area pedonale nel cuore di Potosí |
Sono passati quasi 500 anni, e le cose sono cambiate, ma non
di molto: ci sono gruppi che si arricchiscono con l’estrazione dell’argento,
però è una ricchezza che non è distribuita a tutta la popolazione.
Sono passati 500 anni, e la gente continua a morire nel
Sumaj Orqo. “Hermanita, questa è la vita del minatore: uno sa quando entra, ma
non sa se riuscirà ad uscire…” Mi viene in mente Don Leandro, che vive in
Vilacaya, ed ha lavorato nella miniera fino a quando le forze glielo hanno
permesso. Ora respira male, ha dolori nel corpo, e dice: “Se sapevo, avrei
potuto coltivare la terra, perché alla fine, la miniera non ti paga”. Mi
vengono in mente due giovani uomini di Mulahara, comunità vicina a Vilacaya,
che sono morti nel Cerro Rico, durante la nostra breve permanenza in terra
boliviana. Eppure la gente è attratta dal lavoro in miniera, perché sicuramente
dà più soldi che il lavoro nella campagna. E qui non ci sono molte alternative
lavorative… Sì, la miniera non ti paga.
il Cerro Rico innevato, in una gelida mattina di febbraio |
Suona l’inno del Dipartimento di Potosí, e un giovane issa
la bandiera a scacchi bianchi e rossi. Lo cantiamo per questa terra austera,
bellissima, essenziale, severa, e in onore a tutti i suoi abitanti, che con
coraggio continuano a lottare per il pane di ogni giorno. Buon compleanno,
Potosí!
la bandiera di Potosí, ultima a destra, sventola con le bandiere wipala e boliviana |
Buon compleanno, Potosí!
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