Guarda, vedi, tocca, annusa, gusta la missione!

Cieli aperti a San Pietro

Una sorpresa: come ad ogni festa, anche il giorno di San Pietro ci siamo ritrovate esploratrici stupite nel mondo nuovo che stiamo conoscendo: la cultura quechua.
Ci avevano avvisate che in questa festa molte persone richiedono la Messa di suffragio per i propri defunti, ma la dimensione di questo evento ci era del tutto ignota. Fin dalle prime ore della mattina si è formata la coda delle persone che ricordavano nella preghiera i propri defunti, e la maggior parte richiede la Messa per 8, 10 persone della famiglia. Ma perché tutta questa partecipazione?
“Secondo la nostra fede” dice P. Mario nella predica “oggi le porte del cielo sono aperte”.
Certo, basta guardare la statua di Tata San Pietro: in una mano le chiavi, dall’altra il pastorale; indossa elegantemente un vestito rosso da vescovo medioevale, offerto dai pasantes (i priori) della festa. Povero pescatore, sicuramente non si immaginava un “futuro” a cinque stelle! Però il fondamento della credenza, così forte qui, si trova nello stesso Vangelo: Matteo ci racconta che Gesù dà a Pietro questo mandato: di aprire le porte del Cielo.

la statua di Tata San Pietro

Las almitas
Durante tutto l’anno la gente mette intenzioni di suffragio per i propri defunti: c’è una sensibilità che lega intensamente i vivi con le “almitas” (= le almette, le almucce). Le persone, di tutte le età, vengono prima della Messa, e fanno annotare in una ricevuta le intenzioni di suffragio. Dopo la Messa fanno benedire le ricevute, e poi – così ci han detto – le bruciano. In Otavi la gente pone ai piedi dell’altare una tela nera, un poco di cibo, la ricevuta, a volte la foto del defunto. Fa benedire al termine della celebrazione e poi si porta via il tutto, anche qui pare che lo bruciano
Questa sensibilità e pratiche si intensificano nella festa del Signor (Tata) San Pietro, e non solo in Vilacaya, che ha il santo come patrono.

due signore durante la Messa in Vilacaya

A Falsuri
Al termine della celebrazione in Vilacaya, e prima della processione, Padre Mario ci supplica di andare a San José de Falsuri, una comunità che ancora non abbiamo visitato: il sacerdote ha richieste di celebrazione in ogni dove per San Pietro, e generalmente non sa dire di no a nessuno, cosicché saltiamo la processione in Vilacaya, e ci dirigiamo a Falsuri, che il Padre non riesce a visitare. Non è difficile trovare la comunità, che si riunisce nel cimitero. Sono ore che stanno aspettando, ma con la pazienza tipica dei popoli originari. Seduti vicino alla tomba dei propri cari, ch’allano (pronuncia: ciàgliano) in onore del almita. Ci sorprendiamo per il numero di intenzioni: 140 suffragi per una comunità piccolina! Le intenzioni di preghiera si pagano, così ci sentiamo anche un po’ simoniache… ma si vede che la Provvidenza passa anche attraverso la simonia, perché questi soldini ci sono serviti per pagare il meccanico e il cambio dell’olio della jeep.

Durante la omelia, cito San Pietro e i cieli aperti, e la gente annuisce, con convinzione. Mi commuove ogni volta constatare la fede radicata della mia gente, e mi metto a scuola di vita. E ringrazio Dio che mi evangelizza attraverso l’ umile e dignitoso popolo quechua. 

le intenzioni di preghiera in Falsuri

Cieli aperti a San Pietro Cieli aperti a San Pietro Reviewed by abconsolata on 12:51 Rating: 5

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