Dal Belgio con passione: un'eredità pesante
Arrivate a Vilacaya il 1° febbraio 2013, abbiamo trovato
un paese abituato alla presenza delle religiose e del parroco, anche se da
anni, ormai, la zona non godeva della presenza di consacrati.
Infatti, per 25 anni le Figlie di Gesù hanno speso le
loro migliori energie per il bene della popolazione, in comunione e
collaborazione con un grande parroco - sacerdote diocesano di Potosì - ma di
origine belga: Padre Adrian W. Paz.
P. Adrian in mezzo ai giovani Sulla destra c'è anche suor Ana Maria, Figlia di Gesù |
Adrian è arrivato in Bolivia come volontario laico e per
un tempo è stato professore a Caiza D. In quegli anni è sorta la sua vocazione
sacerdotale, ed è stato ordinato nelle file del clero diocesano di Potosí.
Per molti anni ha seguito la Parrocchia di Vilacaya come
pastore e anche come leader per lo sviluppo di tutta la zona: quando si arriva
a Kepallo, si trova il Collegio intitolato a lui, per il grande ruolo avuto
nell’avvio della scuola secondaria nella zona.
al fondo della chiesa, sulla sinistra, si intravede la tomba di P. Adrian |
Ma anche nelle comunità più piccole non mancano le
testimonianze della gente circa la sua opera generosa a servizio della
popolazione povera: in Pajchilla ricordano che grazie a lui è arrivata la luce
elettrica, e così in molti altri piccoli e grandi centri.
Purtroppo il male lo ha colto giovane: P. Adrian è morto
di cancro a 61 anni, quando ancora poteva dare molto, a detta di tutte le
persone che lo hanno conosciuto.
Ha voluto morire a Vilacaya, ed essere sepolto nel
cimitero insieme alla sua gente. Ma la comunità ha voluto rendergli gli onori
anche nella morte, ed ha preparato la sua tomba al fondo della chiesa
parrocchiale.
La domenica c’è sempre qualche persona semplice che si
ferma davanti al sepolcro, mette delle candele, o fiori, o frutti della terra. Molti poi fanno segnare l’intenzione nella Messa per la sua anima, un gesto
importante e molto significativo della cultura quechua, che con il mondo dei morti ha una relazione molto intensa.
Nel titolo ho scritto che si tratta di un’eredità
pesante: la gente, nonostante non conosca le missionarie della Consolata, ha
un’idea ben precisa di Chiesa, quella vissuta da P. Adrian e dalle Figlie di
Gesù. Ma i tempi sono cambiati, e bisogna andare piano e capire se certe scelte
di ieri sono valide anche oggi. P. Adrian riceveva ingenti somme di denaro dall’Europa e le usava intelligentemente per il bene della gente. Alcuni affermano
che era puro paternalismo, altri sostengono che i suoi progetti (come le
cooperative) erano un modo di rendere indipendenti le famiglie. Non abbiamo
dati per dire chi abbia ragione, ma fatto sta che P. Adrian ha lasciato un segno
non solo perché aiutava materialmente, ma anche per la sua presenza in mezzo
alla gente. Alla fine della giornata, cosa resta se non l’amore dato e
ricevuto?
Certamente, il modello di consacrati che i Vilacayeñi
hanno è molto positivo: si tratta di gente in gamba e molto generosa, che sa
cosa significa il servizio e la donazione di sé. Avanti, adesso è il nostro
turno per far conoscere Dio Amore attraverso la nostra testimonianza di vita, anche se forse oggi sarà un po' diverso, ma l'amore ha tante espressioni, una adatta per ogni tempo…
la parrocchia di Vilacaya |
Dal Belgio con passione: un'eredità pesante
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