Dove la Madonna ha voluto restare
Sono passata, in una visita rapida, al Santuario mariano di Luján, dove la Madonna è venerata come Patrona dell’Argentina. Non vi erano grandi eventi in quel pomeriggio assolato, quindi non vi racconto grandi esperienze. Solo vorrei accennare all’origine e significato di questa devozione e riflettere su alcuni elementi che ho osservato e che mi hanno fatto riflettere.
Origine
La devozione a Nuestra Señora de Luján - il cui nome completo sarebbe: Nuestra Señora de la Pura y Limpia Concepción – risale al XVII secolo. Si racconta che un’immagine di terracotta della Vergine Maria, proveniente da São Paulo in Brasile, e diretta alla provincia di Tucumán, nel viaggio che da Rio de La Plata la stava portando a destinazione, abbia deciso di fermarsi a Luján, sulla rive dell’omonimo fiume. Non c’era modo di muovere di un centimetro il carro che la trasportava, fino a quando la gente capì che la causa di tutto questo era la statuetta della Madonna. Per forza e per amore, la si lasciò in quel luogo e quasi subito iniziò la devozione mariana.
Dejá vu?
Ci sono tante somiglianze con la Madonna Aparecida nel Brasile: le immagini sono di terracotta, e anche molto somiglianti. Alcuni ipotizzano che provenga dalla stessa bottega artigianale. Qui e in Brasile, la presenza di un fiume, che in qualche modo ha la sua parte nella vicenda: in Aparecida, è nel fiume che è rinvenuta l’immagine, evento collegato ad una pesca miracolosa dei poveri contadini che cercavano disperatamente pesce per il signore del luogo. A Luján il fiume è testimone silenzioso della scelta della Vergine di rimanere lì, in questo luogo isolato, che ancora oggi è in aperta campagna. Entrambi i santuari sono basiliche di importanza nazionale, che attirano migliaia e migliaia di fedeli ogni anno.
Quello che in Luján è estremamente originale è la cripta, grande come tutta la basilica: in questo luogo sono raccolte immagini della Madonna provenienti da tutto il mondo. Sono più di 60, tra cui da un po’ di anni c’è anche la Vergine Consolata venerata in Torino.
Le mie impressioni
L’immagine della Vergine di Luján non è altro che una statuetta di 38 centimetri di altezza. E’ una virgencita, una madonnina. E’ fatta di terracotta, un materiale fragile, così fragile che già due secoli fa l’hanno rivestita di argento, per preservarla dallo sfaldamento.
Il Santuario, al contrario, è un edificio imponente. Di per sé, rispetta le dimensioni del luogo, uno spazio aperto senza alcuno ostacolo naturale, nell’immensa pianura argentina. Ma la prima cosa che presenta sono le due torri campanarie, imponenti, alte ben 106 metri di altezza. E’ una basilica che rievoca il gotico, ha uno sviluppo verticale notevole. Quasi a ricordare che, in spazi immensi come questi, è facile perdersi nella dimensione orizzontale della vita, e come dita puntate verso l’alto, i campanili indicano la dimensione verticale, l’incontro con Dio e il cammino verso Lui.
E tutto questo è frutto della devozione a Maria, simbolizzata da una statuetta, dalle dimensioni ridotte, come le statuette che si possono trovare nelle nostre case. Non mi stupisce più di tanto, questo è lo stile di Dio, che si è sempre fatto piccolo per incontrarci. Ma non è certo questa piccolezza a limitare l’incontro, anzi: sembra che lo favorisca, e ci permetta di aprirci a spazi e dimensioni immensi, più grandi della stessa sconfinata pianura argentina…
La cripta
Come già accennato, una caratteristica originale di Luján è la cripta, che ospita più di 60 statue della Madonna che vengono da tutte le parti del mondo. Sono il segno di devozioni mariane che provengono da posti tanto lontani e così diversi: sono presenti, naturalmente, le Madonne dell’America Latina, ma anche statue che testimoniano la devozione mariana in Asia, in Europa… La loro diversità testimonia la varietà di culture e di popoli, uniti dalla stessa devozione filiale alla Madonna. A me piace dire: tutto nuovo, tutto uguale… Diversità e anche molte analogie. La necessità di sentire Dio vicino (anche attraverso i suoi santi) e l’evento bellissimo di un Dio che sa farsi vicino e accessibile, specialmente ai semplici. E questo accade in tanti luoghi alle più svariate latitudini e longitudini.
E poi, una considerazione molto semplice: in fondo, la cripta è un po’ lo specchio del popolo argentino, della sua storia fatta di accoglienza degli immigrati. Molte Madonne presenti a Luján sono le madonne venerate dagli stranieri, venuti da altri paesi con la loro fede, non solo con la loro fame di futuro. Un incontro di popoli e culture che ha creato quel mosaico variopinto che è la società argentina, colorato e vario come le cappelle della cripta.
Origine
La devozione a Nuestra Señora de Luján - il cui nome completo sarebbe: Nuestra Señora de la Pura y Limpia Concepción – risale al XVII secolo. Si racconta che un’immagine di terracotta della Vergine Maria, proveniente da São Paulo in Brasile, e diretta alla provincia di Tucumán, nel viaggio che da Rio de La Plata la stava portando a destinazione, abbia deciso di fermarsi a Luján, sulla rive dell’omonimo fiume. Non c’era modo di muovere di un centimetro il carro che la trasportava, fino a quando la gente capì che la causa di tutto questo era la statuetta della Madonna. Per forza e per amore, la si lasciò in quel luogo e quasi subito iniziò la devozione mariana.
una copia dell'immagine che ho trovato in una nicchia laterale della Basilica
Dejá vu?
Ci sono tante somiglianze con la Madonna Aparecida nel Brasile: le immagini sono di terracotta, e anche molto somiglianti. Alcuni ipotizzano che provenga dalla stessa bottega artigianale. Qui e in Brasile, la presenza di un fiume, che in qualche modo ha la sua parte nella vicenda: in Aparecida, è nel fiume che è rinvenuta l’immagine, evento collegato ad una pesca miracolosa dei poveri contadini che cercavano disperatamente pesce per il signore del luogo. A Luján il fiume è testimone silenzioso della scelta della Vergine di rimanere lì, in questo luogo isolato, che ancora oggi è in aperta campagna. Entrambi i santuari sono basiliche di importanza nazionale, che attirano migliaia e migliaia di fedeli ogni anno.
Quello che in Luján è estremamente originale è la cripta, grande come tutta la basilica: in questo luogo sono raccolte immagini della Madonna provenienti da tutto il mondo. Sono più di 60, tra cui da un po’ di anni c’è anche la Vergine Consolata venerata in Torino.
Le mie impressioni
L’immagine della Vergine di Luján non è altro che una statuetta di 38 centimetri di altezza. E’ una virgencita, una madonnina. E’ fatta di terracotta, un materiale fragile, così fragile che già due secoli fa l’hanno rivestita di argento, per preservarla dallo sfaldamento.
Il Santuario, al contrario, è un edificio imponente. Di per sé, rispetta le dimensioni del luogo, uno spazio aperto senza alcuno ostacolo naturale, nell’immensa pianura argentina. Ma la prima cosa che presenta sono le due torri campanarie, imponenti, alte ben 106 metri di altezza. E’ una basilica che rievoca il gotico, ha uno sviluppo verticale notevole. Quasi a ricordare che, in spazi immensi come questi, è facile perdersi nella dimensione orizzontale della vita, e come dita puntate verso l’alto, i campanili indicano la dimensione verticale, l’incontro con Dio e il cammino verso Lui.
E tutto questo è frutto della devozione a Maria, simbolizzata da una statuetta, dalle dimensioni ridotte, come le statuette che si possono trovare nelle nostre case. Non mi stupisce più di tanto, questo è lo stile di Dio, che si è sempre fatto piccolo per incontrarci. Ma non è certo questa piccolezza a limitare l’incontro, anzi: sembra che lo favorisca, e ci permetta di aprirci a spazi e dimensioni immensi, più grandi della stessa sconfinata pianura argentina…
La cripta
Come già accennato, una caratteristica originale di Luján è la cripta, che ospita più di 60 statue della Madonna che vengono da tutte le parti del mondo. Sono il segno di devozioni mariane che provengono da posti tanto lontani e così diversi: sono presenti, naturalmente, le Madonne dell’America Latina, ma anche statue che testimoniano la devozione mariana in Asia, in Europa… La loro diversità testimonia la varietà di culture e di popoli, uniti dalla stessa devozione filiale alla Madonna. A me piace dire: tutto nuovo, tutto uguale… Diversità e anche molte analogie. La necessità di sentire Dio vicino (anche attraverso i suoi santi) e l’evento bellissimo di un Dio che sa farsi vicino e accessibile, specialmente ai semplici. E questo accade in tanti luoghi alle più svariate latitudini e longitudini.
E poi, una considerazione molto semplice: in fondo, la cripta è un po’ lo specchio del popolo argentino, della sua storia fatta di accoglienza degli immigrati. Molte Madonne presenti a Luján sono le madonne venerate dagli stranieri, venuti da altri paesi con la loro fede, non solo con la loro fame di futuro. Un incontro di popoli e culture che ha creato quel mosaico variopinto che è la società argentina, colorato e vario come le cappelle della cripta.
La Virgen de Coromoto, venerata in Venezuela
Nostra Signora del Capo, venerata in Canada
Nuestra Señora de Copacabana, venerata in Bolivia, e suor Stefania, ovviamente :-)
Dove la Madonna ha voluto restare
Reviewed by abconsolata
on
22:18
Rating:
Nessun commento: