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Urkupiña, finalmente!

Le promesse si mantengono, costi quel che costi! Su questo non ho alcun dubbio, anche se a volte, per mantenerle, bisogna aspettare diversi anni. E’ quello che mi è successo rispetto al Santuario mariano di Urkupiña: la prima volta che ho sentito nominare questo luogo, è stato il giorno del mio mandato missionario a Saluzzo, nell’ottobre 2011. Gli amici di “Amando nel mondo” mi hanno consegnato una pietra e un’immagine della Madonna di Urkupiña chiedendomi di presentare a lei le loro intenzioni, spiegandomi che lì la tradizione è di portare le pietre alla Vergine Maria.

l'immagine della Madonna in mezzo a due schiere di angeli
Ho accettato volentieri ed ho promesso che lo avrei fatto, ma di certo non pensavo che le cose si sarebbero tirate per le lunghe: dapprima, una tappa di 14 mesi in Argentina, prima di approdare in Bolivia. Quindi, solo qualche giorno prima della mia partenza per il ritorno in Italia, come comunità siamo andate in pellegrinaggio a Urkupiña, nella periferia di Cochabamba, a Quillacollo.

interno del Santuario
Viaggiamo di notte da Potosí e arriviamo presto al Santuario, in tempo per la Messa delle 7 di mattina. La chiesa non è grande, ed è inserita nella struttura urbanistica tipica delle piazze latino americane: al centro, un giardino ben curato; sui quattro lati della piazza la chiesa, il municipio ed altri caseggiati che ospitano istituzioni pubbliche (polizia, ecc…). Mi aspettavo un edificio isolato, grande, secondo l’immaginario dei Santuari europei (e non: Luján in Argentina e Aparecida in Brasile sono Basiliche considerevoli), invece si tratta di una chiesa inserita nel contesto cittadino, di dimensioni modeste: si tratta della Parrocchia di San Ildefonso, che fin dalle origini ha ospitato l’immagine di Urkupiña, e per questo è stata eretta a Santuario. Non oso immaginare cosa significa entrarci nel giorno della festa (15 agosto), nel quale arrivano pellegrini da tutta Bolivia…

la facciata del Santuario, di modeste dimensioni

Il primo in Bolivia a parlarci di Urkupiña è stato Padre Jesús, sacerdote diocesano di Potosí, che non manca mai alla festa della Madonna. Il suo racconto è entusiasta: ci parla dei riti ancestrali legati alla devozione, ed è qui che entrano le pietre: in realtà, non è che a Urkupiña si portano le pietre alla Vergine, ma si devono ottenere martellando una roccia. “E’ un’esperienza molto forte” ci dice Padre Jesús “alle volte ti capita di stare ore con il piccone e non riesci a scalfire nemmeno un sassolino, e poi d’improvviso riesci ad avere una pietra grande, altre volte non ottieni che un piccolo sasso…” questo gesto è legato alla grazia che si chiede alla Vergine, e il risultato delle picconate indica la risposta della Madonna. Si considera la pietra ottenuta come un prestito della Vergine, da restituire l’anno successivo con gli interessi (ringraziamento per la grazia ricevuta). Lo spazio per queste pratiche è un po’ appartato rispetto al Santuario, così come il luogo dell’apparizione, che si chiama “Calvario”.

il Calvario
Già in altre occasioni abbiamo parlato delle colline denominate calvari: generalmente si tratta di alture su cui sono caduti dei fulmini, e che la gente raggiunge in forma penitenziale per chiedere, per esempio, il dono della pioggia. Qui si tratta di una collinetta che oggi si è trasformata in un parco molto bello, tranquillo, che permette anche una preghiera serena in mezzo alla natura. Lo stesso nome Urkupiña deriva dal quechua: “urkupi” significa sulla collina e “ña” è la ragazza, la donna da sposare, perciò la vergine. Sulla sommità di questa collina è rappresentata  la Madonna che appare ad una pastorella con le sue pecore. In diverse occasioni la ragazzina incontrava una signora con un bambinello in braccio, e parlava con lei in quechua (non avevo dubbi che la Madonna sapesse il quechua!). Alle volte il bimbo scendeva dalle braccia della mamma e si metteva a giocare con lei. Siamo alla fine del 1700: quando i genitori e il parroco di Quillacollo scoprono le visioni della pastorella, trovano al posto della Madonna una sua immagine, che diventa subito oggetto di grande venerazione.


luogo dell'apparizione
La Madonna di Urkupiña è stata nominata Patrona dell’Integrazione Nazionale nel 1998 dal governo boliviano, e la devozione sta crescendo anche a livello internazionale, grazie ai boliviani all’estero che la fanno conoscere in varie parti del mondo. Integrazione delle varie etnie dello Stato Plurinazionale: ce n’è proprio bisogno, che la Madonna aiuti la Bolivia ad essere una nazione unita per il bene comune! Ed oggigiorno, si tratta anche di un’unità oltre le frontiere: unendo i boliviani sparsi nel mondo e unendo il mondo intero nella pace. E di questo, lo sa solo Iddio di quanto ne abbiamo bisogno, in tutto il mondo tondo… 


Urkupiña, finalmente! Urkupiña, finalmente! Reviewed by abconsolata on 01:00 Rating: 5

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