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Noche buena in tutti i sensi


Nella nostra cappella Gesù Bambino è posto in un aguayo boliviano (ovviamente :-) )



Profumo di Natale
Il Natale in Argentina sa di asado, di carne alla griglia. Il 24 sera cammino per le strade, di ritorno dalla Messa, e si sente il profumo ovunque. A Mezzanotte il Natale sa di bruciato: non c’è angolo in cui non si facciano scoppiare petardi o fuochi di artificio! Saliamo sulla terrazza per assistere allo spettacolo: tutt’intorno il cielo si colora di rosa, giallo, verde. La Luce del mondo brilla in una grotta… e anche la notte di Moreno si illumina.

Gusto di Natale
Il Natale Argentino sa di frutta estiva: immancabile la macedonia, fatta con i prodotti tipici della stagione calda: melone, pesche, uva, mele… Il pasto più importante è la cena di Noche Buena (notte buona), il cenone della vigilia che si protrae tutta la notte. Si beve la sidra (bevanda un poco alcolica fatta con le mele o con l’ananas, dolce, un po’ come il moscato dolce in Italia) e si mangia il pan dulce, con una pasta un poco più compatta rispetto al panettone/pandoro italiano, arricchito di canditi, frutta secca… La gente lo prepara anche in casa, e sinceramente lo preferisco: pare un poco a quei dolci che hanno il lievito del pane dentro, tanto per intenderci. Poi i discendenti di immigrati europei hanno portato le loro tradizioni invernali, che alle volte cozzano con il caldo dell’emisfero sud.  

Natale da ascoltare
Non mancano i tradizionali canti natalizi: da Adeste fideles, a Silent Night in versione spagnola.  Mi ha molto interessato la musica natalizia a “Km 0”, cioè locale: il popolo della campagna ha saputo “far nascere” Gesù nell’immensa pianura argentina, o per le valli delle regioni occidentali, verso le Ande. Si chiamano villancicos, che significa della “villa”, della campagna; sono nati in Spagna e in Portogallo ed esportati nel continente scoperto e colonizzato, come mezzo di evangelizzazione per la liturgia natalizia. In America i villancicos spagnoli e portoghesi si sono arricchiti di ritmi tipici, una fusione tra la musica indigena e la musica afro, molto più sincopati. In genere sono accompagnati da strumenti a percussione come il bombo (tamburo dal suono grave). Ascoltate per esempio A la huella a la huella (La peregrinación), villancico con ritmo di Zamba. (Le immagini del video non sono granché, però notate il charango, la piccola chitarra, e il ritmo fantastico del Zamba). La melodia è un po' triste, e anche le parole...




Natale da toccare
Il Natale Argentino è sudore che scorre sulla pelle, è il soffice di una guancia (qui si usa frequentemente il bacio come saluto e come augurio), è l’appiccicaticcio della frutta matura che si taglia a cubetti piccini per la macedonia, è il metallo delle corde della chitarra che resistono al tocco delle dita, mentre cerco di imparare a suonare il Zamba argentino di A la huella a la huella

Natale da vedere
Il Natale in Argentina ha i colori dell’estate, che si uniscono agli addobbi brillanti e alle luci intermittenti dell’ arbolcito. Il verde degli alberi, il giallo dell’erba secca, l’azzurro del cielo e il grigio minaccioso dei temporali estivi, insieme ai colori dei fiori nell’aiuola, che sono ripresi dai fuochi d’artificio nel cielo della Noche Buena.

Sesto senso
Natale in Argentina, in Italia, in Mongolia, in ogni angolo del mondo. Natale è la festa in cui ci rendiamo conto che Dio vuole stare con noi, che è Dio con noi.
L’inculturazione del Natale nei presepi, nella musica, nei gesti e anche nella cucina, ci parla di questo Dio per tutti e ci assicura che arriva a tutti, e ognuno può sentire che Dio ha posto la sua tenda nella propria terra: che sia la Pampa, o l’altipiano andino, o la costa dell’oceano. Dio si vuole rivelare come Dio-con-noi e come Dio-per-tutti. Per questo si tratta di Noche Buena, la notte buona in cui la Luce è scesa in terra per sconfiggere le tenebre che fanno male al cuore.

Noche buena in tutti i sensi Noche buena in tutti i sensi Reviewed by abconsolata on 12:04 Rating: 5

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