Il Signore dei fulmini
E’ proprio, ma proprio interessante constatare come molte
tradizioni quechua trovano la sua origine nella Sacra Scrittura. Più
interessante rendersi conto che quello che si estrapola dalla Bibbia sono
piccole espressioni, che entrano a pennello nella vita concreta della gente (e
che forse non corrispondono sempre alla moderna esegesi biblica…). Adesso mi
spiego con una realtà concreta: il Signor Santiago (San Giacomo).
Il Vangelo di San Marco dice che gli apostoli Giacomo e Giovanni
erano chiamati Boanerghes, i figli del tuono. Il Santorale boliviano è
prevalentemente di importazione spagnola, e uno dei santi più amati – in Spagna
come in Bolivia – è san Giacomo, in spagnolo Santiago. Santiago, il figli del
tuono, o meglio: il Signore dei fulmini, che nell’altipiano sono abbondanti e
pericolosi.
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gli altari domestici di Tata Santiago posti nell'altare laterale |
I fulmini
La stagione delle piogge, che inizia in ottobre – quando va
bene – e termina in marzo/aprile è caratterizzata da temporali, con frequenti
grandinate e fulmini. Le montagne sono ricche di minerali che attraggono le
scariche elettriche, perciò è frequente che cadano al suolo. Non è raro che le
persone ne siano colpite, e il loro destino è segnato, in due sensi: se il
fulmine è fatale, termina la sua vita sulla terra, ma se si salva, è segno di
vocazione: la persona che sopravvive ad un fulmine è chiamata ad essere un
Yatiri, un medico tradizionale che sa leggere ed interpretare i segni della
natura, ed in particolare le foglie di coca, un punto di riferimento spirituale
per tutta la comunità.
I fulmini, un fenomeno naturale ambivalente: un pericolo e
anche il segno di una vocazione particolare, a servizio della comunità. La
gente, in ogni caso, chiede al Signor Santiago che la protegga dai fulmini, e
non poteva essere che il Tata “Figlio del tuono/fulmine” ad essere il
protettore.
Tata Santiago
Il 25 luglio si presentano nella piazza di Vilacaya molte
persone, che portano dentro un aguayo una “scatola” di legno, generalmente
decorata. Questa scatola ha due porte su una delle due facce grandi, le quali,
aprendosi, mostrano una statuina di Santiago, rigorosamente a cavallo di un
destriero bianco. Più che un apostolo dei tempi di Gesù, sembra un cavaliere
spagnolo del XVI secolo.
In tutto il Dipartimento di Potosí la festa di Santiago è
molto sentita, ci sono vari Santuari dedicati al Santo che richiamano grandi
folle, come quello del Tata Bombori. In Vilacaya non si concentra una folla,
però un discreto numero di devoti, che vengono da varie comunità, e quasi riempiono
la chiesa. Mettono il loro Santiago su uno dei due altari laterali, e alla fine
della celebrazione lo fanno aspergere con l’acqua benedetta.
Un signore severo
L’aspetto questionabile della devozione è la paura che la
gente sente nei confronti di Santiago: nella devozione popolare si è formata
l’immagine di un santo potente, che può essere un protettore, ma che esige
rispetto e timore, perché il suo castigo può anche portare alla morte. E’ per
questo che la gente non può mancare alla celebrazione, o meglio: le statuine di
Santiago devono assistere alla Messa. La gente semplice dice, anche in tempi
diversi dalla festa: “Il santino è triste, per questo lo porto alla Messa”.
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suor Gabriella benedice con l'acqua benedetta i Santiago |
Un santo severo e castigatore, che nella sua iconografia ricorda tanto i padroni spagnoli, e poco un santo che rivela la misericordia e protezione di Dio Amore. Questo ci ha fatto molto pensare, e ci chiediamo se, con l’aiuto del Signore, possiamo aiutare la gente a scoprire il volto amoroso del Dio di Gesù Cristo.
Il Signore dei fulmini
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