Colombia, la linda. Atterraggio nella bellezza
Ho avuto la fortuna, da quando sono in Istituto, di condividere la vita con molte sorelle colombiane. C'è stato sempre feeling, una simpatia immediata e reciproca. Mi hanno raccontato tanto di Colombia, ho imparato ad amarla pur senza averne esperienza. Ma finalmente, il giorno è arrivato: a gennaio l'incontro continentale delle sorelle che lavorano con i popoli nativi si è tenuto in Bogotá, e il 12 gennaio ho toccato per la prima volta la terra sacra della Colombia. Questa è la cronaca delle prime impressioni.
Siamo partite da una Buenos Aires calda e umida. Generalmente non prendiamo gli aerei, e ci spostiamo - seppur frequentemente - con pulman. Così che dopo un anno ritorno a volare, e confermo definitivamente un'impressione che nutro da anni: fa bene ogni tanto cambiare punto di vista. Decolliamo al tramonto, e una Buenos Aires tutta luci e movimento appare bella, con quello sfondo meraviglioso di un cielo arancio e un sole che dice: "A domani, amici!". La città che appare una caotica massa di strade e costruzioni, dall'alto si vede ordinata. Si capiscono le direzioni e i movimenti. E le auto piccole, e le luci nelle case: tutto parla di una vita che brulica, di milioni di cuori che Tu conosci uno a uno, come se ciascuno fosse l'unico nel tuo Cuore.
Dopo una notte quasi insonne, atterriamo a Bogotá con un'oppressione agli occhi e al cervello, che rivendicano il sonno che non hanno ricevuto. Il clima è fresco, che bello! Dal caldo opprimente di Buenos Aires al fresco rivitalizzante di Bogotá, la capitale colombiana tutta numeri: l'indirizzo è carrera 24, e poi... ma chi si ricorda l'altra serie di numeri? La città sembra a tante altre di America Latina: molte costruzioni, molti veicoli, anche se il traffico è ancora ridotto, perché le vacanze non sono ancora terminate.
Arriviamo alla casa regionale e una Consolata circondata di fiori ci dà il benevenuto, seguito da quello caloroso e pieno di gentilezze delle sorelle: suor Maria si è alzata presto e ci ha preparato arepas deliziose.
Quello che colpisce, in questo primo giorno di Colombia, sono i fiori: i giardini ne sono colmi, le case sono adornate da tanti vasi di piante di tutti i tipi, e nelle chiese e cappelle ci sono meravigliose composizioni floreali che sembra festa grande, ma qui è tanta la ricchezza di fiori che la bellezza fa parte persino dell'ordinario.
Il sapore del caffé, che qui si beve a qualsiasi ora ed è l'elemento chiave negli incontri, così come il mate lo è per Argentina e la coca per Bolivia.
La bellezza, ricchezza e abbondanza di fiori che abbelliscono ogni angolo delle case e delle chiese.
La vista, in lontananza, di Montserrat, il Santuario che sovrasta la città dalla montagna.
La amabilità delle sorelle e della gente (compresi gli ufficiali di dogana e migrazioni, che alle volte sono terribili o antipatici, in altri posti)
Queste sono le prime sensazioni dei 5 sensi che mi toccano, sono il biglietto da visita che presenta Colombia, la linda (=la bella). Bella davvero!
Siamo partite da una Buenos Aires calda e umida. Generalmente non prendiamo gli aerei, e ci spostiamo - seppur frequentemente - con pulman. Così che dopo un anno ritorno a volare, e confermo definitivamente un'impressione che nutro da anni: fa bene ogni tanto cambiare punto di vista. Decolliamo al tramonto, e una Buenos Aires tutta luci e movimento appare bella, con quello sfondo meraviglioso di un cielo arancio e un sole che dice: "A domani, amici!". La città che appare una caotica massa di strade e costruzioni, dall'alto si vede ordinata. Si capiscono le direzioni e i movimenti. E le auto piccole, e le luci nelle case: tutto parla di una vita che brulica, di milioni di cuori che Tu conosci uno a uno, come se ciascuno fosse l'unico nel tuo Cuore.
Dopo una notte quasi insonne, atterriamo a Bogotá con un'oppressione agli occhi e al cervello, che rivendicano il sonno che non hanno ricevuto. Il clima è fresco, che bello! Dal caldo opprimente di Buenos Aires al fresco rivitalizzante di Bogotá, la capitale colombiana tutta numeri: l'indirizzo è carrera 24, e poi... ma chi si ricorda l'altra serie di numeri? La città sembra a tante altre di America Latina: molte costruzioni, molti veicoli, anche se il traffico è ancora ridotto, perché le vacanze non sono ancora terminate.
Arriviamo alla casa regionale e una Consolata circondata di fiori ci dà il benevenuto, seguito da quello caloroso e pieno di gentilezze delle sorelle: suor Maria si è alzata presto e ci ha preparato arepas deliziose.
Quello che colpisce, in questo primo giorno di Colombia, sono i fiori: i giardini ne sono colmi, le case sono adornate da tanti vasi di piante di tutti i tipi, e nelle chiese e cappelle ci sono meravigliose composizioni floreali che sembra festa grande, ma qui è tanta la ricchezza di fiori che la bellezza fa parte persino dell'ordinario.
splendida composizione di fiori davanti al Santissimo: e sono fiori del giardino! |
La bellezza, ricchezza e abbondanza di fiori che abbelliscono ogni angolo delle case e delle chiese.
La vista, in lontananza, di Montserrat, il Santuario che sovrasta la città dalla montagna.
La amabilità delle sorelle e della gente (compresi gli ufficiali di dogana e migrazioni, che alle volte sono terribili o antipatici, in altri posti)
per una caffettiera come me, questo è il Paradiso... |
Colombia, la linda. Atterraggio nella bellezza
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