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La Madonna è meticcia. A scuola di inculturazione

Sono le 5 di una fresca mattina di gennaio. Fra un'ora partiamo per andare in pellegrinaggio a Chiquinquirá, il Santuario mariano che si trova al centro della Colombia. Mi vesto, quindi prendo in mano il foglio che le sorelle della Colombia hanno preparato per una prima presentazione del Santuario. Che gioia grande quando leggo che "L'immagine di Chiquinquirá è stata dipinta con tratti tipici dell'arte indigena"! Il mio pensiero corre subito alla Madonna del Cerro Rico, dove Maria è dipinta con la forma della montagna di Potosí, al cui quadro ho dedicato l'articolo "Meticcio" un po' di anni fa, ed è l'immagine della Pachamama. Quindi risalgo tutta l'America Latina ed arrivo a Guadalupe, dove Maria si presenta con tratti indigeni e la sua immagine è impressa nella tilma, il mantello di Juan Diego.

l'immagine della Madonna di Chiquinquirá
La storia di Chiquinquirá ha tratti simili ad altre apparizioni ed elementi peculiari. Il dipinto si deteriora con il tempo e la sua tela è usata per altre funzioni, fino a che una donna devota la riscatta e le ridà il suo uso devozionale. Solo che ormai l'immagine non è quasi visibile, fino a quando, miracolosoamente, l'icona riprende colori vivi e si illumina, attirando l'attenzione di una mamma indigena con il suo bambino. Nel luogo dell'apparizione la gente inizia a scavare per portare via la terra del luogo considerato sacro, ed è lì che sgorga acqua fresca: da quel pozzo ancora oggi sgorga acqua limpida, ora si trova nella cripta della chiesa antica. Sono due immagini molto forti: un quadro usato dagli spagnoli, ormai privo di colore riprende vita a contatto con la popolazione locale. L'acqua che sgorga è segno di vita sempre nuova, che nasce dalle viscere della terra.

il pozzo nel luogo dell'apparizione
Siamo agli inizi della storia coloniale, nel XVI secolo: si sta installando la hacienda spagnola nella zona. I popoli nativi soffrono il cambio della colonia. La Madonna non si fa aspettare: appare in diversi luoghi di America Latina per consolare i suoi figli indigeni che soffrono. Appare con la lingua e il linguaggio della gente, e veste pure gli stessi abiti. Una mamma vera, vicino alla gente.

Non sono mai stata a Guadalupe, ma ho esperienza in piccolo dell'amore e la fiducia con cui gli aymara si rivolgono alla Mamita Copacabana: la gente sa di poter contare sulla Madonna, perché fin dall'inizio ha saputo non solo parlare la lingua per farsi capire, bensì ha adottato lo stesso linguaggio, la stessa cultura delle persone. I primi evangelizzatori lo avevano capito: visitando la Casa de la Moneda in Potosí si scopre come l'arte sacra da subito assume i tratti dell'arte locale, facendo incontrare il messaggio cristiano con i canoni estetici locali. Non si tratta di strategia o tecnica, è semplice regola di comunicazione: per capirci, bisogna parlare la stessa lingua o avere in parte lo stesso linguaggio. Ne abbiamo parlato tanto nel nostro incontro circa la missione con popoli originari: l'importanza di sapere l'idioma e anche il linguaggio, ovvero le modalità per comunicarsi.

la piazza con la Cattedrale dove attualmente si trova l'immagine
E' bello vedere che la Madonna - e prima di lei suo figlio nell'Incarnazione - non si tiri indietro e per prima fa lo stesso, con ottimi risultati: oggi la gente la ama profondamente e sa che può contare su una Madre così vicina da assumere gli stessi tratti, da diventare meticcia, un incrocio/miscela per amore. Una buona maestra di inculturazione, insomma!
La Madonna è meticcia. A scuola di inculturazione La Madonna è meticcia. A scuola di inculturazione Reviewed by abconsolata on 01:00 Rating: 5

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