Il tempo di carnevale
Il carnevale è una festa vissuta in molte parti del mondo,
con modalità diverse e con vari significati: se, infatti, per l’Europa è un
tempo di disordine sociale programmato (inversione e cambio di ruoli, spazio
per la satira e l’ironia), per il Brasile è – nella famosa espressione delle
scuole di samba – lo spazio per scatenare la creatività artistica (plastica,
musicale e danzante) all’ennesima potenza. In Argentina stanno prendendo piede
in questi anni i gruppi di Murga (vedi articolo del 2012) che raccolgono
generalmente giovani dei quartieri marginali e hanno un’espressione corporea
molto particolare. E nell’Altipiano andino, che cosa significa il Carnevale?
la comunità di Vilacaya riunita attorno alla pompa dell'acqua |
momento conviviale |
Il tempo per la ch’alla è il martedì grasso, ma ritorniamo
indietro: domenica di carnevale, alla Messa ci siamo solo due suore, una bimba
e una signora “turista”, non residente in Vilacaya: la gente sta preparando la
grande festa del martedì. C’è un silenzio più intenso del solito nel paese:
tutti al lavoro per la ch’alla, solo ogni tanto si sente un flauto, anche la
prova degli strumenti fa parte dei preparativi.
Martedì: una benedetta pioggia rallegra questo giorno di ch’alla.
Le case si addobbano per ricevere la benedizione, e così i veicoli: nella
piazza passa un fuoristrada pieno di palloncini. Si sentono, prima di
mezzogiorno, diversi petardi che scoppiano: segno che si stanno facendo le
ch’alle nelle varie case.
Alla sera tutti in piazza danzando, con le ghirlande
di stelle filanti al collo e la farina sulla faccia, tipico di questa festa.
Suor Marisa incontra un giovane uomo, tutto addobbato: “Piove, hermana! Se non
pioveva, in molti dovevamo andare via da Vilacaya!”. La benedizione più grande
è questa pioggia: la Pachamama non si è dimenticata dei suoi figli che danzano
in suo onore.
Mercoledì delle Ceneri: inizia ufficialmente la Quaresima,
ma qui è ancora carnevale: ho detto che i calendari cristiano e originario
coincidono, ma non proprio al millimetro. Infatti, la prima domenica di
Quaresima, la “domenica di tentazioni” (in quanto il Vangelo sempre ricorda le
tentazioni di Gesù nel deserto) è ancora carnevale. In Vilacaya si anticipa
questo momento con una ch’alla comunitaria, quella dell’acqua, alla vigilia
della festa delle tentazioni. Scendiamo al fiume, dove c’è la pompa dell’acqua,
e già troviamo alcune signore sedute all’ombra, con le loro pentole lì vicino.
Anche noi abbiamo portato del cibo: è il tempo della condivisione. Poco dopo
arrivano le autorità del Comitato dell’acqua, e iniziano ad addobbare la pompa,
a darle bevande e confetti “La Pachamama accetta anche i confetti” mi dice una
signora. E poi iniziano a distribuire bevande e confetti ai presenti. La gente
continua ad arrivare alla spicciolata, e la ch’alla segue nella sua dimensione
di banchetto, di convivio comunitario. Le donne aprono le pentole e iniziano a
distribuire il cibo. E’ così tanto che ogni persona avrebbe bisogno di una
bacinella per contenere tutto quello che riceve. E poi inizia a circolare
chicha a litri e litri, insieme a bicchierini di singani (grappa): la festa se
non è abbondanza, non è festa. Il sole già tramonta quando ce ne andiamo, ma la
gente continua. “Bisogna ch’allare l’acqua” dicono “perché non manchi durante
l’anno”. E una signora che vive in Potosì dice che in città il martedì grasso
la gente mette dei fiori o degli addobbi a un recipiente d’acqua, per chiedere
che non ne manchi durante l’anno. E di questi tempi, è proprio necessario tale
benedizione propiziatoria tipica di questa cultura originaria!
Il tempo di carnevale
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