E il gallo? (maschio e femmina li creò)
Due anni fa abbiamo chiesto la collaborazione di un
ingegnere che lavora per la Caritas per un mini progetto con le famiglie di una
comunità vicina. Inizialmente, le sorelle con il tecnico e le famiglie
interessate, dovevano decidere come avviare la micro impresa familiare. La
gente voleva una pecora e un montone, una coppia insomma. Ma era un
investimento che non cambiava molto la vita delle famiglie che già avevano il
loro gregge. Alla fine, dopo tanto riflettere, si era arrivati alla decisione
di comprare galline ovaiole. Le cose sono andate un po’ per le lunghe, comunque
ad un certo punto siamo andati a consegnare queste benedette ovaiole, 10 per
famiglia. “E il gallo?” chiede un papà, ricevendo i pulcini. “No, il progetto è
per avere uova, se c’è il gallo, non producono uova, ma pulcini” dice
l’ingegnere. “Ah, dammi un galletto, dai…” insiste l’uomo.
Passiamo all’altra casa, e di nuovo la stessa domanda: “E il
gallo?” E alcune volte successive, portando l’alimento per le galline (la
siccità non ha permesso alle famiglie di avere mais per dar loro da mangiare,
perciò abbiamo comprato crusca al mercato), di nuovo la stessa richiesta: “Il
gallo…”
Per la cosmovisione andina non si può pensare la realtà se
non come maschio e femmina. Le rocce sono maschio e femmina, gli alberi, gli
animali e le persone… Tutto è a coppia. Questo si riflette anche nella vita di
tutti i giorni: nelle riunioni, alla sinistra stanno le donne, alla destra gli
uomini. Ben divisi, ma presenti entrambi. Nella nostra regione il maschilismo è
più accentuato, di solito la donna sta in silenzio, ma tra gli aymara, per
esempio, se prende la parola l’uomo, poi la prende anche la donna. Le autorità
sono la maschile e la femminile. Questa realtà profonda della vita, applicata a
tutto ciò che esiste nel Pacha (= la totalità della realtà) è espressa anche
nella Bibbia, quando Genesi insiste dicendo: “Maschio e femmina li creò”.
Oggigiorno il mondo occidentale ha complicato le cose con la teoria del gender,
ma le culture originarie hanno ben chiare le cose (anche la mentalità
veterotestamentaria è una cultura originaria, e alle volte molto simile a
quella dei nostri popoli nativi di America). Si capisce quindi il… non capire
della nostra gente, che si vede arrivare solo femmine nel pollaio! Il fatto che
tutto nel Pacha sia maschio e femmina, parla di complementarietà: è uno dei
capisaldi della realtà secondo il nostro popolo.
Ci troviamo, così di fronte a due partiti ben decisi e
convinti nelle proprie posizioni: l’ingegnere, un quechua che però ha vissuto e
studiato in città, e i nostri contadini. Una mentalità produttiva occidentale e
la sapienza originaria che vuole tutto in coppia. Chi ha ragione? Alla luce dei
fatti, direi il semplice contadino. Infatti, con la siccità che imperversa, è
difficile trovare alimento per le galline. Si, sicuramente hanno deposto
qualche uovo, ma se ci fosse stato il gallo, almeno adesso ci sarebbero un po’
più di pulcini (= carne e più uova).
Non si smette di imparare con la nostra gente!
E il gallo? (maschio e femmina li creò)
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