Tata Santissimo
Giovedì 15 giugno
era festa in Bolivia: si celebra il Corpus Christi, che in Italia chiamiamo il
Corpus Domini e festeggiamo di domenica. E’ una festa cattolicissima che ha
trovato una profonda accoglienza nel popolo potosino (non posso dire boliviano,
perché non lo so...). Durante la Messa si leggono le intenzioni di preghiera a
onore del Tata Santissimo, il Signore Santissimo. Mi piace questa espressione
che in due parole dice il sentire andino con la parola Tata (nome di rispetto
che si dà a Dio, alle autorità, al padre...) e l’espressione Santissimo che in
ogni luogo della Terra si riferisce alla presenza sacramentale di Gesù nel Pane
Consacrato.
Ques’anno siamo
ritornate per la celebrazione in Puna, dove ci sono ben 5 “passanti” della
festa, persone cioé che si impegnano a preparare l’altare per la processione
del Santissimo Sacramento e naturalmente tutto quello che viene dopo: cibo,
musica e bevande, soprattutto.
Cinque altari
giganti, rivestiti di tela bianca e addobbati con peluches, fiori, specchi,
attendono il passaggio dell’Ostensorio che per un momento sosterà, dando la sua
benedizione alla famiglia che lo ha preparato.
La processione
dopo la Messa è accompagnata da tre gruppi di zampoñaris, bande musicali
composte da suonatori di flauto di pan (qui si chiama zampoña) e
percussionisti. Allo stesso tempo, ogni gruppo suona un pezzo, creando quella
cacofonia che il mio orecchio stenta ad accettare, nonostante tanti anni qui.
In realtà non si tratta di un caos musicale, oggi mi è venuto in mente che è un
po’ come i tessuti andini: secondo il gusto comune, nessuno abbinerebbe i
colori in modo tanto ardito come fa la cultura andina, eppure il risultato
piace a tutti. La musica si tesse, così, arditamente, e il risultato è la
festa, fatta di colori, suoni e certi eccessi (la durata, la quantità di cibo e
alcol, i suoni intensi e mescolati...).
L’ostensorio non
è piccolo, eppure si perde in mezzo a grandi altari, molta gente e molto suono
di ogni tipo. Quel Dio che si fa piccolo fino ad entrare totalmente in un pezzo
di pane, risulta veramente piccolo in questo contesto, ma sento che a Lui piace
così, che l’importante per Lui è andare per le strade, in mezzo e vicino alla
gente. C’è anche la croce dell’Evangelizzazione che nel suo pellegrinare è
arrivata a Puna, per dire questo movimento verso l’altro che Dio vuole per sé e
per i suoi figli. Deviamo il percorso e ci fermiamo in viuzze dove gli altari
sono più umili, ma forse più a misura del Dio Piccolo, per poi ritornare sulla
piazza e terminare sui due grandi altari mancanti.
i passanti incensano al Tata Santissimo |
La festa di
Corpus Christi è molto sentita nella città di Potosì: il giorno prima le strade
erano invase da venditori di chambergos, sopaipillas (dolci tipici), frutta. E
il nostro parroco, che è potosino, ci regala una borsa di dolci e frutta,
secondo la tradizione. La mattina avevamo incontrato una signora che ci ha
spiegato che nella campagna è il giorno per tostare mais, fave e poi
sgranocchiarle in compagnia. Il fatto che questa festa sia accompagnata da cibo
speciale mi fa pensare la sua importanza per il calendario andino. Ogni
celebrazione importante ha i suoi piatti tipici, e il cibo è il midollo spinale
di ogni festa.
particolare di un altare |
Tata Santissimo
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