Le mie sorelle
Ho appena finito
di scrivere una dichiarazione di merito per un amico, oltre che prezioso
collaboratore della nostra pastorale. Ed eccomi qui a parare di lui nel mio
blog.
Si chiama
Gabriel, è un giovane direttore di scuola rurale, e forse avrete già letto
altrove qualcosa di lui in altri spazi. E’ riuscito a vincere il concorso per
direttori – che qui in Bolivia si rinnova ogni tre anni – proprio nella zona in
cui è nato, che ama tanto. Ha dovuto lavorare sodo per poter studiare, e mi
immagino che la scelta professionale di essere un maestro rurale deve molto al
suo desiderio di aiutare la sua gente.
In Uvila, una
delle comunità e scuole che più amiamo, perché una delle più umili,
collaboriamo con lui su diversi fronti, principalmente nell’educazione e nell’alimentazione
degli alunni. Ogni tanto ci dice: “Se non ci foste voi, hermanitas...” ed
esprime la sua riconoscenza in mille modi.
Non è la prima
volta che succede: quest’anno, nella festa di Uvila, si è di nuovo emozionato
leggendo la serie di aiuti e collaborazioni che abbiamo dato nell’anno. E’
vero, goccia dopo goccia abbiamo aiutato parecchio, e le sue lacrime
significano “grazie”.
E poi, nel
momento del pranzo, così importante per la nostra gente, si alza in piedi e
inizia a parlare de “le mie sorelle”. Si potrebbe tradurre anche “le mie suore”.
Ma quel “mie” arriva al cuore. Non sono solo soldi quelli che diamo. Abbiamo
creato un’amicizia e una relazione di fiducia e aiuto reciproco. Siamo le sue
sorelle. Queste sono le soddisfazioni della missione.
Le mie sorelle
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