Pannocchie tenere d'amore
Il raccolto del
mais ha qualcosa di speciale per la nostra gente. E’ il pane quotidiano di
tutto l’anno: fatto seccare, è poi bollito e mangiato tutti i giorni insieme ad
altri alimenti. Con il mais fresco si fanno tanti piatti buonissimi, come la
huminta, cotta nella stessa foglia della pannocchia.
Già ho accennato
alla relazione del carnevale con i primi frutti del raccolto, ed in particolare
del mais. Con il cambio climatico le piogge stanno arrivando tardi, perciò le
primizie delle pannocchie sono arrivate in piena Quaresima.
Una domenica
mattina viene una signora: “Queste pannocchie sono per voi. Le bambine hanno
voluto che le prime pannocchie siano per voi”. Non hanno potuto darcele loro
perché avevano l’influenza. Quelle tre bambine, che consideriamo “le nostre
care bambine”, sono piccole donnine ormai: quando siamo arrivate a Vilacaya la
più piccola appena camminava. Ora le due più grandi hanno ricevuto la Prima
Comunione e sono molto attive in Parrocchia. Insomma, piccole donne crescono,
ed anche i nostri legami con loro.
Mi ha emozionato
questo gesto: le primizie del raccolto sono state per noi. Certo, siamo state
molto vicine a queste tre ragazzine in momenti particolarmente delicati. Anche
solo con un abbraccio per dire loro: “Ti voglio bene”, ed ora che sono grandi
continuano a venire per ricevere un po’ di tenerezza. Nella reciprocità, valore
fondamentale della cultura andina nativa, potrebbe essere considerato un gesto
per contraccambiare per i favori ricevuti. Ma sappiamo bene che c’è molto amore
in tutto questo. Ed è reciproco.
Pochi giorni
dopo, arriva di sera una signora di una comunità del cantone, anche lei molto
cara alla comunità. Ci dona le prime pannocchie. Alla domanda: “Avete già
iniziato il raccolto?” “No, non ancora” conferma che le primizie sono state
date a noi. Questa signora è stata colpita da diversi problemi personali e
familiari in questi ultimi anni. Accompagnarla con affetto e dandole un po’ di
sicurezza economica, è stata la cosa più ovvia che potevamo fare. Ma anche qui
non si tratta di fredda carità, di assistenzialismo – come lo chiamano alcuni.
C’è molto amore in quelle tenere pannocchie. C’è tenerezza e riconoscenza, ed
un affetto che continua e cresce. Lo dimostra un episodio di alcuni anni fa: la
signora era malata, siamo andate a visitarla, e ci ha aperto il cuore. Ci ha
raccontato i suoi dolori e preoccupazioni, che erano più pesanti della sua
malattia, benchè seria. E il nostro cuore si è aperto per accoglierla e insieme
condividere un po’ il suo dolore. Adesso quando ci saluta ci abbraccia con
forza, quando ai primi incontri quasi non apriva bocca. Relazioni che crescono,
come le piante di mais, rigogliose per la pioggia, ma nella tenerezza di queste
pannocchie novelle che le nostre amiche, piccole e grandi, ci hanno donato.
Pannocchie tenere d'amore
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