Guarda, vedi, tocca, annusa, gusta la missione!

Miseria incontra il Signore (leggenda raccontata da don Segundo Sombra)

In questo articolo traduco e adatto una leggenda che Ricardo Güiraldes fa raccontare a Don Segundo Sombra, il gaucho protagonista del suo celebre e omonimo romanzo. Mi è piaciuta e voglio condividerla con voi, perché mi pare rappresenti bene la cultura gauchesca, fatta anche di racconti che mescolano la religione con la magia, alla ricerca del senso della realtà e anche – come in questo caso – per guardare il mondo con un mezzo sorriso…


(a qualcuno può anche ricordare le veglie dei nostri nonni e bisnonni, nelle lunghe sere d'inverno, al calore delle mucche nella stalla, veglie in cui si raccontavano storie di streghe e di diavoli)


un gaucho




Questi fatti sono avvenuti al tempo di Nostro Signore Gesù Cristo e dei suoi apostoli.
Nostro Signore, che, secondo ciò che dicono, fu il creatore della bontà, andava di villaggio in villaggio, nella Terra Santa, insegnando il Vangelo e guarendo con le parole. In questi viaggi il suo assistente era Pietro, il quale era molto amato dal Signore, che lo stimava come un seguace servizievole.
Raccontano che in uno di questi viaggi - che la maggior parte delle volte erano duri come quelli del gaucho - mentre stavano arrivando ad un villaggio, la mula che cavalcava Nostro Signore perse la ferratura e iniziò a zoppicare.
"Guarda" disse Nostro Signore a san Pietro "se qui vicino non c'è un maniscalco, visto che siamo già arrivati al villaggio".
San Pietro, che osservava attentamente, vide una casetta decadente, la quale presentava, sopra la porta, un cartello con su scritto "maniscalco".
"Ave Maria!" gridarono. Ed insieme ad un cagnolino che abbaiava, uscì un anziano cencioso che li invitò ad entrare.
"Buon pomerigio" disse Nostro Signore "potrebbe ferrare la mia mula che ha perduto la ferratura di uno zoccolo?"
"Entrate, vedrò se posso servirvi" disse il vecchio.
Quando, già dentro la casetta, si sedettero su due sedie con le gambe rotte e torte, Nostro Signore gli domandò:
"E qual è il tuo nome?"
"Mi chiamo Miseria" rispose il vecchio, e andò a procurare il necessario per servire i due forestieri.
Con molta pazienza, questo servo di Dio cercava nei cassetti e nelle borse, senza trovare nulla. Quando, umiliato, stava per andare a chiedere scusa ai due che lo stavano aspettando, diede un calcio ad un mucchio di spazzatura e vide un oggetto d'argento piuttosto grande.
"Che ci fai qui?" disse all'oggetto. Lo prese, lo modellò con il martello e lo pose come ferratura allo zoccolo della mula di Nostro Signore.
"Quanto ti dobbiamo, buon uomo?" chiese Nostro Signore.
Miseria lo guardò bene, dall'alto al basso, e quando finì di osservarlo, gli disse:
"Per ciò che vedo, voi siete poveri come me... Che vi posso chiedere? Andate in pace per il mondo, e magari, un giorno, Dio lo terrà in conto..."
"Così sia" disse Nostro Signore, e, dopo essersi salutati, i due forestieri salirono sulle mule e continuarono il cammino.


la copertina del libro

Quando già stavano piuttosto pontani, San Pietro disse a Gesù:
"E' vero, Signore, che siamo ingrati. Questo povero uomo ci ha ferrato la mula con l'argento, non ha voluto ricompensa, nonostante sia tanto povero, e noi non gli abbiamo dato nemmeno un regalo in segno di amicizia..."
"Hai detto bene" rispose Nostro Signore "ritorniamo a casa sua e concediamogli tre grazie, che lui stesso sceglierà".
Quando Miseria li vide ritornare, pensò che la ferratura si era nuovamente staccata, e li fece entrare come anteriormente. Nostro Signore gli disse il motivo per cui venivano, e l'uomo li guardò, un po' con la voglia di ridere loro in faccia, un po' con la voglia di sparare grosso.
"Pensa bene" gli disse il Signore "prima di fare le tue richieste".
San Pietro, che si era accomodato dietro a Miseria, gli suggeriva:
"Chiedi il Paradiso!"
"Stai zitto, vecchio!" gli rispose Miseria a bassa voce, per poi rivolgersi al Signore:
"Voglio che chiunque si sieda sulla mia sedia, non possa alzarsi senza il mio permesso"
" Concesso" disse il Signore "ed ora, la seconda grazia? pensaci bene..."
"Chiedi il Paradiso!" gli sussurrava da dietro Pietro
"Sta zitto, vecchio ficcanaso!" gli rispose a bassa voce Miseria, per poi dire al Signore:
"Voglio che chiunque salga sulle mie piante di noce, non possa scendere senza il mio permesso"
"Concesso" rispose Gesù Cristo "e adesso, l'ultima grazia. Non affrettarti a rispondere"
"Chiedi il Paradiso!" gli sussurrava Pietro insistente
"Vuoi star zitto, vecchio idiota?" gli rispose Miseria arrabbiato, per poi dire a Nostro Signore:
"Voglio che chi si metta nella mia tabacchiera, non possa uscire senza il mio permesso"
"Concesso" disse il Signore, e dopo essersi salutati, se ne andarono.



Quando rimase solo, poco a poco Miseria si rese conto di non avere sfruttato bene l'occasione, e ottenere più vantaggi.
"Saròanche stupido" gridò, tirando a terra il suo cappello "ma se proprio ora si presentasse il diavolo, gli darei l'anima pur di vivere venti anni nella ricchezza!"
Non aveva finito di esprimere il suo pensiero, che si presentò un cavaliere alla porta della sua stamberga:
 “Se lo vuoi, Miseria, posso proporti un contratto per ottenere ciò che chiedi” e tolse dalla tasca un rotolo di pergamena, con scritte e numeri. Lessero insieme le condizioni, e stando tutti e due di accordo, firmarono entrambi il contratto.
Quando il Diavolo se ne andò, Miseria soppesò la borsa piena d’oro che Mandinga gli aveva lasciato, si specchiò nell’acqua della vasca delle oche, e vide che era ringiovanito. Andò in città, si comprò dei vestiti e si prenotò la stanza di un albergo, e dormì la notte contento, come un signore.
Amico! Bisognerebbe vedere come cambiò la vita di quest’uomo! Iniziò a frequentare re e ricchi signori, viaggiò per il mondo, ebbe relazioni con figlie di re e marchesi... 
Però, dicono che passano in fretta gli anni vissuti in quel modo, e quando si compirono i venti anni, in un giorno in cui Miseria era ritornato alla sua antica catapecchia per riderci sopra, ecco che apparve il Diavolo, con l'apparenza e il nome di cavaliere Lili. Come l'altra volta, presentò il contratto e richiese il suo pagamento.
Miseria, che era un uomo onesto, anche se triste, disse a Lili di aspettarlo un attimo, mentre si sarebbe lavato e messo ropa bella per andare all'Inferno come si doveva. Così fece, mentre pensava che alla fine ogni lazzo si rompe e la sua felicità stava terminando.

dal film "Don Segundo Sombra" (1969)


Ritornando, trovò Lili seduto sulla sua sedia, aspettando con pazienza.
"Sono pronto. Andiamo?"
"E come possiamo andare" disse Lili "se sto attaccato alla tua sedia come per magia!"
Miseria si ricordò delle virtù che gli aveva concesso l'uomo della mula, e gli venne una tremenda voglia di ridere:
"Alzati, sù, se sei Diavolo!" disse a Lili.
Questi non potè alzarsi nemmeno di un pochino, e sudava, guardando Miseria.
"Allora" gli disse colui che un tempo era un maniscalco povero "se vuoi andartene, firmami altri venti anni di vita e denaro a volontà".
Il demonio fece ciò che Miseriachiedeva, ed egli gli dette il permesso di alzarsi dalla sedia.
Ancora una volta il vecchio - ringiovanito e ricco - ritornò a girare per il mondo: frequentò principi e magnati,  spese soldi come nessun altro, ebbe relazioni con figlie di principe e potenti commercianti...
Però gli anni, per chi si diverte, fuggono in fretta e - compiuto il ventesimo anno - ritornò alla sua umile casa, pronto a pagare, secondo contratto.

Lili nel frattempo, che era un mezzo linguacciuto, aveva raccontato nell'Inferno dell'incantesimo della sedia.
"Bisogna andare con gli occhi ben aperti" disse Lucifero "Questo vecchio è protetto e scaltro, questa volta andrete in due a chiudere il contratto".

“Entrate, e sedetevi” disse loro “mentre mi lavo e mi vesto per entrare all’Inferno come si deve”
“Io non mi siedo” disse Lili.
“Come volete. Potete passare nel cortile e raccogliere delle noci, sicuramente sono le migliori che abbiate mai mangiato nelle vostra vita da diavoli”
Lili non ne voleva sapere, però quando restarono soli, il suo compagno gli disse che andava a fare un giro per vedere se ne trovava alcuna caduta per terra. Ne trovò una: nessuno avrebbe potuto negare che era la noce più buona del mondo. Uscì anche Lili, ma non ce ne erano altre in terra.
Il suo compagno volle salire sull’albero, anche se Lili gli diceva di essere cauto. Ma il goloso non lo ascoltò, salì sull’albero e iniziò a mangiarne una gran quantità senza sosta, esclamando ogni tanto:
“Ma quanto sono buone! Ma quanto sono buone!”
“Buttamene giù qualcuna”
“Eccotene una!”
“Dammene ancora!” disse Lili, dopo averla mangiata.
“Sono molto occupato: se vuoi altre, Sali sull’albero”
Lili pensò un poco, poi decise di salire sull’albero.
Quando Miseria uscì e vide i due sull’albero, gli venne da ridere a crepapelle:
“Sono ai vostri ordini” disse “ quando vorrete scendere”
E che non possiamo scendere” gli risposero i diavoli che stavano come incollati ai rami.
“Bello! Allora firmatemi il contratto per altri venti anni di vita e soldi a volontà”
I diavoli fecero ciò che Miseria aveva chiesto, perciò l’uomo diede loro il permesso di scendere. Miseria girò nuovamente il mondo, frequentando ricchi, buttando i suoi soldi a destra e a manca, e amando donne di prima classe.

mateando...


Però gli anni passarono in fretta e furia, come sempre, all’arrivo del ventesimo anno Miseria, volendo pagare il suo debito, ritornò alla sua casetta, dove aveva tanto sofferto. Nel frattempo i diavoli avevano raccontato a Lucifero l’accaduto e questi, arrabbiatissimo, esclamò:
“Perbacco” Non vi avevo avvisato di essere prudenti, perché quest’uomo è troppo scaltro?? Questa volta, andiamo tutti e vediamo se ci scappa!”
Per questo Miseria, arrivando alla sua catapecchia, vide un sacco di gente, disposta come un esercito, pareva essere comandata dal tipo con la corona. Miseria pensò che tutto l’Inferno avesse traslocato a casa sua, e iniziò a preoccuparsi. Tuttavia, con fare sereno, si avvicinò e domandò:
“Volete parlare con me?”
“Sì” rispose forte il tipo con la corona.
“Con lei non ho firmato nessun contratto, perché venga a reclamare”
“Però mi seguirai, perché sono il re dell’Inferno!”
“E chi mi dà il certificato? Se lei è ciò che dice di essere, può sicuramente far entrare dentro di sé tutti i diavoli dell’Inferno, e poi diventare un formica”
Un altro avrebbe dubitato della proposta, ma dicono che i malvagi si perdono nella propria rabbia e orgoglio personali, cosicché Lucifero, pieno di furore, gridò forte e in un attimo divenne una formica con dentro tutti gli altri diavoli. Senza perdere tempo, Miseria prese la bestiola e la mise nella sua tabacchiera, la pose sull’incudine e gli dette un sacco di martellate, fino a che rimase zuppo di sudore. Dopodiché, si rinfrescò, cambiò d’abito, e andò a passeggio per il villaggio. E tutti i giorni faceva così: metteva la tabacchiera sull’incudine, la martellava fino ad inzupparsi di sudore, poi usciva a passeggio per il villaggio.
E risultò che non c’erano più litigi, i mariti non castigavano le mogli, né le madri ai bambini. Zii e cugini se la intendevano come Dio comanda, non c’erano vedove, gli ammalati guarivano tutti, i vecchi non morivano, persino i cani erano virtuosi. I vicini erano in sintonia tra loro, tutto funzionava come l’orologio del ricco. Siccome non c’è fortuna senza disgrazia, successe che avvocati, procuratori, giudici di pace, medici, guaritori, tutti coloro che sono autorità e vivono delle disgrazie e vizi della gente, iniziarono a soffrire la fame e a morire.

un'altra scena di "Don Segundo Sombra" in bianco e nero


Spaventati della situazione, andarono dal governatore per chiedere aiuto. Ed egli, facendo del gruppo dei colpiti da questa situazione, disse loro che non poteva fare nulla. Diede loro un contributo in denaro, specificando che era la prima e l’ultima volta che lo dava, perché non era obbligo dello stato aiutarli. Dopo alcuni mesi, la maggior parte degli avvocati, giudici e altre bestie della stessa razza era passata a miglior vita. Uno dei sopravvissuti, uno dei più furbi, scoprì la causa di questa situazione, quindi convinse tutti a ritornare dal governatore, con la promessa di risolvere la situazione. Il governatore fece chiamare Miseria, e in presenza di tutti fece questo discorso:
“Ah, sei tu che te ne vai bello bello per il mondo con le tue stregonerie! Ora rimetti subito le cose al proprio posto, senza metterti a redimere le colpe altrui, né a castigare diavoli! Non vedi che – essendo il mondo così com’è – non può lasciare da parte il male? Le leggi, le malattie, e tutti quelli che vivono di queste cose (e sono molti) hanno bisogno che i demoni vadano per il mondo? E ora, trotta veloce e libera gli Inferni dalla tua tabacchiera!”
Miseria comprese che il governatore aveva ragione, confessò la verità e ritornò a casa per compiere il comando. Già era vecchio e annoiato dal mondo, così che non gli importava più di rimanere.
Nella sua casetta, prima di liberare i diavoli, mise come costume la tabacchiera sull’incudine, e diede una buona serie di martellate, fina a che la camicia si inzuppò di sudore.
“se io vi libero, rimarrete nei dintorni?” chiese ai diavoli.
“No, no!” gridavano da dentro “liberaci e ti giuriamo di non ritornare a casa tua!”
Quindi Miseria aprì la tabacchiera e li congedò. Uscì la formica, che crebbe fino a diventare di nuovo il Malvagio. Cominciarono a sbocciare dal corpo di Lucifero tutti i demoni, che se la diedero a gambe levate, provocando un polverone grande come le nubi del temporale.
Ed ecco il finale:
Miseria ormai si trovava a quel punto della vita in cui si consegnano le proprie ossa (che lui aveva usato molto). Si ritirò nella sua casetta da povero e visse tanto annoiato e senza voglia di niente, che nemmeno mangiava, né beveva. Poco a poco si consumò, fino a rimanere duro e secco. Avendo lasciato il corpo alle bestie, pensò che gli rimaneva poco da fare, e siccome non era stupido, intraprese il lungo viaggio verso il Cielo, e picchiò alla porta del Paradiso.
Quando si aprì la porta, San Pietro e Miseria si riconobbero, però al vecchio furbo non convenivano certi ricordi, perciò fece la parte dell’imbecille e chiese permesso per entrare.
“Hum!” mormorò san Pietro “quando stavo nella tua casa con Nostro Signore per concederti tre grazie, ti dissi di chiedere il Paradiso e mi hai risposto: “Sta’ zitto, vecchio idiota!” Non è che ce l’ho con te, però non posso farti passare ora, perché avendoti offerto il Cielo tre volte, lo hai rifiutato”.
E siccome il portiere del Cielo chiuse la porta, Miseria pensò che tra due mali bisogna scegliere quello meno peggiore, perciò andò al Purgatorio, per vedere come se la cavava.
“Però, amico, siccome al Purgatorio entrano solo quelli destinati alla gloria del Paradiso, avendola tu rifiutata, non puoi entrare nemmeno qui. Le pene eterne dell’Inferno dovrai scontare”
Quindi Miseria si diresse all’Inferno, batté alla porta, come prima batteva la tabacchiera sull’incudine, facendo piangere i diavoli. Gli aprirono, però che rabbia gli diede quando si trovò faccia a faccia con Lili:
“Maledetta sorte! Tutto dove vado mi incontro con conoscenti!”
E Lili, ricordandosi delle martellate, se ne andò via con il fuoco al sedere, e la coda in mezzo alle gambe, e si fermò solo quando arrivò ai piedi di Lucifero. Mai i diavoli si erano tanto spaventati, e Lucifero stesso, ricordandosi delle martellate, si mise a gridare come una gallina, ordinando che chiudessero bene tutte le porte per non far entrare tale tipo.
Lì rimase Miseria, senza poter entrare in nessun posto, perché né in Cielo, né in Purgatorio, né all’Inferno lo volevano come socio. E dicono che è per tal ragione che Miseria e Povertà sono cose di questo mondo, e mai se ne andranno altrove, perché nessuno vuole accettare la loro presenza. 

per chi volesse leggere il testo originale (edizione 1926) lo puó trovare qui: 

Una sola considerazione: Güiraldes scrive in stile gauchesco, un po' come i libri di Camillaeri riproducono la parlata sicula del commissario Montalbano. Perció... insomma, non é cosí facile! Ma... buon divertimento ai coraggiosi :-)












Miseria incontra il Signore (leggenda raccontata da don Segundo Sombra) Miseria incontra il Signore (leggenda raccontata da don Segundo Sombra) Reviewed by abconsolata on 13:12 Rating: 5

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