mosaico argentino/1: l'Elefante Azzurro
L'8 maggio (giorno della Madonna di Lujan, patrona dell'Argentina) ho compiuto i miei primi cinque mesi in terra argentina. Un tempo non troppo lungo per poter dire di conoscere il paese, ma allo stesso tempo abbastanza prolungato per guardarmi attorno, incontrare e conoscere persone e realtà, e iniziare a ricostruire un mosaico bello e variopinto, fatto di tessere colorate che, tutte insieme, formano una bella immagine. Inizio a raccontarvi alcuni fatti e persone che compongono, come tasselli, il mosaico argentino, e che per varie ragioni non sono ancora stati raccontati in questo blog.
L'Elefante Azzurro
Poco distante dalla casa delle missionarie della Consolata, a Palo Santo, sorge una piccola struttura che ospita l'Elefante Azzurro, un'organizzazione che si occupa della riabilitazione dei disabili.
Visito il centro il giorno dopo della pioggia: molti ragazzi non arrivano al centro, a causa dell'impraticabilità delle strade fangose: il pulmino che li raccoglie, infatti, non può andarli a prendere. Vi è pertanto un silenzio che, mi immagino, in altri giorni non è abituale. Suor Primarosa, infermiera di professione, collabora con questa realtà, e mi accompagna. Bussa ad una porta ed ecco che una voce femminile ci invita ad entrare: è xxx, che ci accoglie con la gentilezza tipica di ogni argentino. Tra un mate e l'altro, mi mostra sullo schermo del computer un gran numero di fotografie: ogni volto ritratto fa nascere una storia sulle labbra di Rosana. Alle volte la sua emozione è grande, la voce si fa tremula, gli occhi si inumidiscono.
A volte arrivano al centro bimbi con forti handicap, ma con vari tipi di stimolazione, a livello fisico e cognitivo, si raggiungono risultati che ai miei occhi sono un vero e proprio miracolo: magari non è un prodigio che porta alla beatificazione di una santa persona, ma sicuramente è il frutto dell'amore e dedicazione di queste persone, sante nel quotidiano.
"Perché ci sono tante persone con handicap?" chiedo a Rosana.
"Fino a 20 anni fa, era un problema nascosto: le famiglie non mostravano i loro membri portatori di handicap. Il primo lavoro che abbiamo fatto, è stato andare a "scovare" queste persone e a sensibilizzare le famiglie, perché il lavoro di recupero lo facciamo insieme alla famiglia".
I motivi delle disabilità, più o meno gravi, sono molteplici: una delle cause è il delicato momento del parto, nel quale basta una piccola cosa che non vada per il verso giusto per lasciare conseguenze anche gravi, soprattutto quando viene a mancare l'ossigenazione del cervello del neonato.
Le sfide dell'Elefante Azzurro sono molteplici: anzitutto, la difficoltà a trovare fondi. Il governo della provincia non investe in progetti di questo tipo, e così, Daniel e ... si turnano nella scuola speciale, annessa al centro, e vivono con lo stipendio da professore che ricevono dal ministero dell'educazione. L'opera era nata con l'appoggio dell'Istituto Missioni Consolata, poi ha cercato di camminare sulle proprie gambe, ed ha resistito fino ad oggi. Ma non ce l'avrebbe fatta senza la dedicazione totale, alle volte quasi eroica, di queste due belle persone a servizio della vita, due luminose tessere del mosaico argentino.
L'Elefante Azzurro
Poco distante dalla casa delle missionarie della Consolata, a Palo Santo, sorge una piccola struttura che ospita l'Elefante Azzurro, un'organizzazione che si occupa della riabilitazione dei disabili.
Visito il centro il giorno dopo della pioggia: molti ragazzi non arrivano al centro, a causa dell'impraticabilità delle strade fangose: il pulmino che li raccoglie, infatti, non può andarli a prendere. Vi è pertanto un silenzio che, mi immagino, in altri giorni non è abituale. Suor Primarosa, infermiera di professione, collabora con questa realtà, e mi accompagna. Bussa ad una porta ed ecco che una voce femminile ci invita ad entrare: è xxx, che ci accoglie con la gentilezza tipica di ogni argentino. Tra un mate e l'altro, mi mostra sullo schermo del computer un gran numero di fotografie: ogni volto ritratto fa nascere una storia sulle labbra di Rosana. Alle volte la sua emozione è grande, la voce si fa tremula, gli occhi si inumidiscono.
Daniel, Rosana e suor Primarosa all' Elefante Azul |
A volte arrivano al centro bimbi con forti handicap, ma con vari tipi di stimolazione, a livello fisico e cognitivo, si raggiungono risultati che ai miei occhi sono un vero e proprio miracolo: magari non è un prodigio che porta alla beatificazione di una santa persona, ma sicuramente è il frutto dell'amore e dedicazione di queste persone, sante nel quotidiano.
"Perché ci sono tante persone con handicap?" chiedo a Rosana.
"Fino a 20 anni fa, era un problema nascosto: le famiglie non mostravano i loro membri portatori di handicap. Il primo lavoro che abbiamo fatto, è stato andare a "scovare" queste persone e a sensibilizzare le famiglie, perché il lavoro di recupero lo facciamo insieme alla famiglia".
I motivi delle disabilità, più o meno gravi, sono molteplici: una delle cause è il delicato momento del parto, nel quale basta una piccola cosa che non vada per il verso giusto per lasciare conseguenze anche gravi, soprattutto quando viene a mancare l'ossigenazione del cervello del neonato.
Le sfide dell'Elefante Azzurro sono molteplici: anzitutto, la difficoltà a trovare fondi. Il governo della provincia non investe in progetti di questo tipo, e così, Daniel e ... si turnano nella scuola speciale, annessa al centro, e vivono con lo stipendio da professore che ricevono dal ministero dell'educazione. L'opera era nata con l'appoggio dell'Istituto Missioni Consolata, poi ha cercato di camminare sulle proprie gambe, ed ha resistito fino ad oggi. Ma non ce l'avrebbe fatta senza la dedicazione totale, alle volte quasi eroica, di queste due belle persone a servizio della vita, due luminose tessere del mosaico argentino.
mosaico argentino/1: l'Elefante Azzurro
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