mosaico argentino/2: la Casa
Altri tasselli colorati del bel mosaico argentino: questa volta ci spostiamo a Mendoza, a San José de Guaymallén, barrio Alameda.
La Casa
La Casa è una casa, o almeno ha il grande desiderio di esserlo. Un cartello dal fondo verde e con la scritta gialla la vuole distinguere dalle altre due uguali costruzioni che la fiancheggiano, ed un sottotitolo significativo ci svela il suo anelito profondo: "Ogni uomo è mio fratello".
La Casa è una struttura piccolina: un unico spazio, nemmeno tanto grande, e un piccolo bagno. Ciò che la rende preziosa sono le persone che la frequentano e i sogni che lì si fanno realtà, nel silenzio e nella semplicità.
Il giovedì viene un gruppetto di donne che impara a dipingere su tela, insieme alla loro simpatica e paziente "Profe". E tra una pennellata e l'altra, c'è anche il tempo e lo spazio per parlare di sé, e condividere la vita.
Dopo poco che le donne se ne sono andate, arrivano due ragazze che, con tanta dolcezza, aiutano i bambini a fare i compiti. Anche lì, si va un po' più in là del semplice aiuto scolastico, e i ragazzi lo hanno dimostrato scrivendo su un foglio: "Vi vogliamo bene :-)" e appicicandolo alla parete.
Un sabato è venuto un giovane, vestito da artista,ed in effetti lo era. Lo aspettavamo: ci siamo seduti alla porta della Casa, e abbiamo preso insieme il mate. Si chiama Ivan: ha sempre vissuto nella periferia, e la strada è stata sua maestra. La sua passione per la musica lo ha spinto a imparare a suonare le percussioni insieme ad alcuni amici. Hanno fondato un centro culturale che adesso è abbastanza grande e cammina da solo, mentre lui gira per l'Argentina, con il suo gruppo di murga. Ivan ha degli occhi molto luminosi, che parlano della sua passione per l'arte e anche della sua voglia di insegnare ai ragazzi attraverso la murga. Dopo una chiacchierata molto serena, nella quale i sogni e i desideri di tutti sono stati presentati, ci salutiamo da Ivan con un "a presto": già mercoledì girerà le strade dell'Alameda, per incontrare ragazzi interessati alla murga, ed iniziare insieme un gruppo murguero del quartiere. Ecco che la Casa accoglierà presto tamburi e percussionisti, e sarà la Casa anche degli artisti...
Un altro sabato, ecco che viene padre Carlos e celebra la Messa: siamo tutti seduti in cerchio, ognuno presenta al Signore le sue preghiere e le sue speranze. La Parola ci parla e il Pane ci sazia. Suono la chitarra e due ragazzine della catechesi mi accompagnano nel canto. Sì, lo vogliamo: vogliamo che, crescendo, le due piccole possano avere una possibilità diversa, che non siano costrette a scegliere la droga, o una relazione con un uomo violento, o una gravidanza portata avanti da sole. E' per questo che c'è la Casa. E' per questo che i suoi "abitanti", tasselli così diversi e per questo così ben combinati, formano una bella scena del mosaico argentino. Dedicato a Mario, Tere, Monica, Karina, Cristiana, Eduardo, Ivan, Nair, Agu e a tutte le altre persone di buona volontà che costruiscono la pace nel quartiere Alameda.
La Casa
La Casa è una casa, o almeno ha il grande desiderio di esserlo. Un cartello dal fondo verde e con la scritta gialla la vuole distinguere dalle altre due uguali costruzioni che la fiancheggiano, ed un sottotitolo significativo ci svela il suo anelito profondo: "Ogni uomo è mio fratello".
La Casa |
La Casa è una struttura piccolina: un unico spazio, nemmeno tanto grande, e un piccolo bagno. Ciò che la rende preziosa sono le persone che la frequentano e i sogni che lì si fanno realtà, nel silenzio e nella semplicità.
Il giovedì viene un gruppetto di donne che impara a dipingere su tela, insieme alla loro simpatica e paziente "Profe". E tra una pennellata e l'altra, c'è anche il tempo e lo spazio per parlare di sé, e condividere la vita.
Dopo poco che le donne se ne sono andate, arrivano due ragazze che, con tanta dolcezza, aiutano i bambini a fare i compiti. Anche lì, si va un po' più in là del semplice aiuto scolastico, e i ragazzi lo hanno dimostrato scrivendo su un foglio: "Vi vogliamo bene :-)" e appicicandolo alla parete.
Un sabato è venuto un giovane, vestito da artista,ed in effetti lo era. Lo aspettavamo: ci siamo seduti alla porta della Casa, e abbiamo preso insieme il mate. Si chiama Ivan: ha sempre vissuto nella periferia, e la strada è stata sua maestra. La sua passione per la musica lo ha spinto a imparare a suonare le percussioni insieme ad alcuni amici. Hanno fondato un centro culturale che adesso è abbastanza grande e cammina da solo, mentre lui gira per l'Argentina, con il suo gruppo di murga. Ivan ha degli occhi molto luminosi, che parlano della sua passione per l'arte e anche della sua voglia di insegnare ai ragazzi attraverso la murga. Dopo una chiacchierata molto serena, nella quale i sogni e i desideri di tutti sono stati presentati, ci salutiamo da Ivan con un "a presto": già mercoledì girerà le strade dell'Alameda, per incontrare ragazzi interessati alla murga, ed iniziare insieme un gruppo murguero del quartiere. Ecco che la Casa accoglierà presto tamburi e percussionisti, e sarà la Casa anche degli artisti...
Un altro sabato, ecco che viene padre Carlos e celebra la Messa: siamo tutti seduti in cerchio, ognuno presenta al Signore le sue preghiere e le sue speranze. La Parola ci parla e il Pane ci sazia. Suono la chitarra e due ragazzine della catechesi mi accompagnano nel canto. Sì, lo vogliamo: vogliamo che, crescendo, le due piccole possano avere una possibilità diversa, che non siano costrette a scegliere la droga, o una relazione con un uomo violento, o una gravidanza portata avanti da sole. E' per questo che c'è la Casa. E' per questo che i suoi "abitanti", tasselli così diversi e per questo così ben combinati, formano una bella scena del mosaico argentino. Dedicato a Mario, Tere, Monica, Karina, Cristiana, Eduardo, Ivan, Nair, Agu e a tutte le altre persone di buona volontà che costruiscono la pace nel quartiere Alameda.
la Messa celebrata nella Casa |
mosaico argentino/2: la Casa
Reviewed by abconsolata
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04:30
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