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L’impenetrabile chaqueño


“Dove il diavolo ha perso il poncho” è un modo di dire argentino che corrisponde alla meno elegante espressione italiana “In culo ai lupi”. Dopo due ore e mezza di viaggio sullo sterrato, arriviamo ad un bivio, e Oscar, l’autista del pick up, annuncia: “Bene, mancano 50 km a Comandancia”. Sì, sono finita dove il diavolo ha perso il poncho, o forse ancora un po’ più in là…

Comunità di Comandancia: da sinistra: suor Maria Dolores, suor Remija, suor Gabriella,
Suor Camila e suor Stefania 
Comandancia Frías è un villaggio che fa parte del comune di Fuerte Esperanza, e dista a 100 km dal capoluogo. Quando guardo la mappa del Chaco, mi viene in mente la gallina fatta all’origami: ecco, Comandancia si trova in quella che dovrebbe essere la testa dell’animale, anzi sulla sua cresta. Ma siccome suor Gabriella e suor Camila sostengono che è la forma di un cane, o di un coniglio, ci troviamo sull’orecchia :-)



C’era una volta l’Impenetrabile…
La zona si chiama Impenetrabile per la sua caratteristica vegetazione, fatta di alberi e arbusti spinosi che rendono difficile il passaggio. Figura tipica è l’uomo sul suo inseparabile cavallo, vestito di cuoio, così come il cavallo, per difendersi dalle spine che potrebbero ferire la persona come l’animale.
Comandancia si trova nella riserva indigena, riconosciuta come tale dopo tante lotte che hanno visto impegnati gli aborigeni e le organizzazioni che lavoravano per la loro difesa (tra cui la Chiesa cattolica e altre Chiese Evangeliche, e in particolare le nostre sorelle). Dentro la riserva – in teoria, molto in teoria – sono proibite le attività di criollos (gli abitanti più antichi dopo i nativi, nati dall’unione di spagnoli con donne aborigene) e  gringos (i bianchi, giunti qui con la migrazione europea), quali la compravendita del terreno e il disboscamento. In realtà il taglio degli alberi - come l’algarrobo, legno pregiato per la falegnameria - è continuato tranquillamente fino ad oggi, segnando profondamente il territorio: l’impenetrabile è stato penetrato e trasformato: molte aree, ormai, sono ricoperte di arbusti giovani, non ci sono più gli alberi antichi, la foresta intricata è ridotta a ristrette aree.

camminando...


Comandancia Frías
Frazione del comune di Fuerte Esperanza, che si trova a 110 km di distanza, Comandancia Frías conta quasi 3000 abitanti nel centro abitato, e altri mille nei parajes, nelle borgate isolate. La popolazione è criolla e wichi. Non vi sono dati certi sulla sua fondazione, secondo testimonianze di Wichi e di personaggi di inizio Novecento, a Comandancia si fermarono alcuni aborigeni che dalle zone interne si spostavano a lavorare (lavoro forzato, intendiamoci) nei centri dell’Ingenio, produttori di cotone, tabacco e zucchero. Con il tempo, arrivarono anche i criollos. Il suo nome ricorda il tristemente famoso comandante Frías, uomo spietato che, nella sua conquista del nord argentino, ha seminato violenza e terrore nelle popolazioni locali. Comandancia Frías si trova sulla linea dei fortini che poco a poco venivano costruiti dall’esercito che avanzava verso la provincia di Salta.                                                     
Una figura diametralmente opposta, e molto amata qui, è il padre Severiano, marianista che ha portato molte buone cose a quello che un tempo era un piccolo villaggio: la scuola, un “centro del minore” per la comunità wichi, un centro sanitario, un generatore di corrente elettrica, l’acqua corrente. 

la chiesa di Gesù Salvatore, fatta costruire da padre Severiano

Padre Severiano e le missionarie
La via d’accesso al centro abitato porta il suo nome, ma basta lasciar parlare le persone, che lo ricordano con grande venerazione, oppure semplicemente guardare le costruzioni per capire l’importanza della sua donazione totale a questo popolo.
Anche l’arrivo delle Missionarie della Consolata è stata sua iniziativa: la nostra congregazione è arrivata qui, dove il diavolo ha perso il poncho, su richiesta del vescovo di Saenz Peña e del Padre Severiano: quest’ultimo si preoccupò di costruire una casa per le religiose, ed ecco che il 9 luglio 1992 il primo gruppo di tre sorelle arriva a Comandancia Frías. Venti anni di presenza, di vita donata e sogni sognati insieme alla comunità aborigena e alla comunità criolla. 
L’impenetrabile chaqueño L’impenetrabile chaqueño Reviewed by abconsolata on 02:00 Rating: 5

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