Come perdere la dignità senza accorgersene…
Sono anni ormai che sento parlare della piaga
dell’assistenzialismo, così come un ripensamento della missione purificata dal
paternalismo, però è la prima volta che mi trovo a contatto costante con questa
realtà, e vi assicuro che fa molto riflettere.
Cristina Fernández de Kirchner, presidente rieletta in
dicembre e moglie del presidente che la precedette (4 x 3 = 12 anni!) ha
favorito in maniera massiva l’assistenzialismo. Come funziona? Beh, è molto
semplice: se sei una ragazza madre, ti danno soldi. Se hai molti figli, ti
danno soldi. Se sei povero, ti danno soldi. Se voti per quel politico, ti danno
soldi… Viene il sindaco di turno e ti dice: “Bene, se vuoi ti do una pensione
per invalidità…”
Paola, giovane wichi che si impegna con il lavoro artigianale, che però non le rende il necessario per vivere |
In Comandancia Frías non c’è famiglia che non riceva sussidi.
Mi sta bene: è un luogo povero, con poche possibilità… ma anche le poche
possibilità che c’erano, oggi sono completamente sepolte dal sistema vigente.
Ora mi spiego…
Anzitutto, preciso che non si tratta solo di ricevere
(abbastanza facilmente) degli assegni dell’Inps. Il sistema tiene un suo
fondamento nel “Do ut des”: Cristina è stata rieletta perché la gente l’ha
votata, e la gente l’ha votata perché Cristina dà i sussidi. Ma non è la sola:
i sindaci, i governatori delle Province sono stati votati perché promettevano
aiuti alla gente, e le persone rivendicano le promesse elettorali in maniera
molto esplicita.
La cosa subdola è questa: i cittadini, poco per volta, stanno programmando il cervello
all’unico dinamismo del: “Ti voto se mi dai”. E’ la filosofia dell’oca da
ingrasso che inghiotte tutto, pur di riempire la sua pancia, non sapendo che
sta firmando la sua condanna a morte. Cosa succede, allora?
Tutte le energie e la creatività che fanno grande la
persona, sono messe in perenne stand-by: i Wichi spendono molte energie per
chiedere al sindaco di costruire una casetta per il loro rappresentante nella
municipalità, quando basterebbe fare ciò che in altri luoghi si chiama mutirão
(in Brasile), ayni (nelle Ande), harambé (in Kenya e Tanzania)… cioè il lavoro
collettivo e comunitario per il bene comune. Ma non sono solo i Wichi, questo
“virus” che attacca la mentalità si diffonde anche tra i criollos.
Questione di punti di
vista?
In comunità parliamo molto di tutto questo, ma lo facciamo
da “esterne”, e spero che mi intendiate: abbiamo un sentire, un vedere molto
diverso rispetto alle persone del luogo. Qui il clima e la vita dura ti
modellano a loro maniera. Il vento nord decide quando soffiare e non puoi farci
niente: solo lo subisci.
La vita pure: ci sono cose che non funzionano, abusi delle
autorità alla luce del sole: si constata e si subisce. E per sopravvivere, in
un ambiente che non dà molte possibilità, il sistema assistenzialista è un
salvagente che ti fa galleggiare, per lo meno. Peccato, perché abbiamo braccia
e gambe, e qualcuno potrebbe anche insegnarci a nuotare…
quale futuro per i ragazzi di Comandancia Frías? |
Perdere la dignità
Questa espressione è molto forte, ma alle volte dà questa
sensazione: la gente in stand-by perde la possibilità di dimostrare la
grandezza della persona, la sua capacità di sopportare la situazione critica e
di agire per superarla. Viene a diminuire anche il valore del bene comune:
ognuno pensa ai benefici personali tralasciando la dimensione comunitaria della
vita.
La gente attende per anni le cose, perché le aspetta
dall’istituzione, quando alle volte basterebbe decidersi e farle di propria
iniziativa. Alle volte si ascolta un lamento continuo contro l’autorità, alle
volte un’apatia spiazzante di fronte a situazioni che gridano ingiustizia… un
sistema perfetto per un potere politico che, dando contentini, continua senza
ostacoli le sue strategie di interesse personale o lobbistico…
Come perdere la dignità senza accorgersene…
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