Guarda, vedi, tocca, annusa, gusta la missione!

Grande Grande Grande


Sono una persona a cui piacciono i numeri e i dati, ma la filosofia di questo blog mi porta a lasciare da parte la ricerca da “topo di biblioteca” (o googleana, con i tempi che corrono…) e che siano l’esperienza e i sensi a parlare. Perciò, non saprei dirvi quanti kilometri quadrati copre la parrocchia dell’Impenetrabile a cui appartiene anche la comunità di Comandancia Frías, ma per darvi un’idea, tra i centri maggiori vi sono distanze di centinaia di kilometri: da Frías a Fuerte Esperanza: 100 km circa (più di un’ora di viaggio). Tra Sauzalito e Pompeya: 70 km. Tra Pompeya e Frías: due ore di viaggio in fuoristrada, più di 100 km. Non si tratta di una provincia italiana, come le distanze potrebbero far pensare, ma di una parrocchia, un’unica parrocchia, retta da un unico parroco: padre Fernando, coadiuvato da 11 suore e 4 fratelli maristi, e da un piccolo gruppo di catechisti.

Le origini
Nella piazza di Misión Nueva Pompeya una scritta dipinta sul pavimento ricorda i cento anni del paese: 1900-2000. Mi sorprendo: centri più o meno importanti, come Resistencia (capitale del Chaco), Saenz Peña e Palo Santo (vedi i post di Aprile) sono stati fondati almeno 10 anni più tardi. Come già ricordato nei post riguardanti Formosa e Chaco, i centri urbani sono nati attorno alla stazione del treno, mano a mano che la rete ferroviaria di sviluppava e raggiungeva il nord del paese.
Su uno dei lati della piazza sorge la Missione, che si distingue per il suo stile edilizio: una torre che pare un bastione merlato, la sua struttura a U e le dimensioni che ricordano di più i conventi europei che le case del Chaco. La gente ha voluto mantenere la Missione così come era, un ricordo storico, in “carne ed ossa” della venuta dei francescani, i primi evangelizzatori della zona.
Oggi la presenza francescana nel nord dell’Argentina è quasi nulla, ma spetta a loro il riconoscimento dell’azione missionaria ed evangelizzatrice. Possiamo trovare molti difetti nel loro stile, se proprio vogliamo disquisire la metodologia, fatto sta che la religione cattolica ha retto per più di un secolo, nonostante la mancanza di una presenza pastorale assidua.

la missione di Pompeya, ricordo storico dell'arrivo dei francescani nell'Impenetrabile
I preti camminanti
Negli anni 80 è venuto in Frías il Padre Severiano, marianista già di una certa età, che ha speso gli ultimi anni della sua vita in questa zona senza sacerdote. E’ ricordato come il prete camminante: faceva kilometri e kilometri a piedi, per andare a visitare la gente nelle borgate sperdute. Oggi il parroco della zona si chiama Padre Fernando, originario di Buenos Aires, ma incardinato alla diocesi di Saenz Peña da molti anni. Un uomo profondamente religioso, e dalla pellaccia dura: praticamente passa più tempo sul suo fuoristrada che sulla terra ferma, sempre in movimento per andare a trovare la gente dispersa nell’Impenetrabile, e con una domanda fissa: “Come fare per raggiungere tutti e offrire una presenza significativa, che non sia solo un dare sacramenti?”. Altro prete camminante, ma su quattro ruote motrici…
padre Fernando benedice i bambini nella borgata La Nación

Religiosi dell’Impenetrabile
Una domenica in cui è venuto in Comandancia Frías per la Messa, Padre Fernando propone un incontro dei consacrati della Parrocchia. Pioggia permettendo, ci incontreremo il lunedì 20 di agosto. Ci siamo tutti: siamo 16! 11 suore, 4 fratelli e un sacerdote. Condividiamo molto, tutta la mattina. Al pomeriggio celebriamo l’Eucaristia e poi ce ne andiamo, ognuno alla propria missione: le Laurite e i Maristi rimangono in Pompeya, padre Fernando e le Missionarie di San Rocco a Sauzalito, e noi Missionarie della Consolata in Frías. Sono distanze grandi, che si fanno sentire. Sicuramente poter incontrarsi ogni tanto non ci fa sentire tanto soli, ben vengano queste occasioni di incontro e condivisione.

i religiosi della parrocchia, nell'incontro di fine agosto

AAA cercasi catechisti
A fine agosto ritorniamo alla Missione di Pompeya per l’incontro dei catechisti. Sono 36 adulti, molte coppie, ci ammiriamo per l’impegno e la profondità della loro spiritualità. Anche se aggiungiamo alcuni assenti giustificati, il numero di catechisti è veramente poco: stenta a decollare una ministerialità laicale, che permetterebbe di raggiungere ogni borgata, ogni famiglia, non con la “toccata e fuga”, bensì come presenza continuata… 

alcuni dei catechisti della Parrocchia, all'incontro in Pompeya

Grande Grande Grande Grande Grande Grande Reviewed by abconsolata on 01:30 Rating: 5

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