Terra! Terra!
“Terra, terra!” sentì gridare Colombo dalla prua della
caravella, quando ormai la fame dell’equipaggio aveva divorato anche l’ultima
briciola di speranza.
Fu la prima espressione rivolta al continente appena
scoperto, e mai frase fu più adeguata: se c’è una cosa che non manca in
America, appunto, è proprio lo spazio, la terra: infinite estensioni di
pianure, foreste, catene montuose… tutto è in scala maggiore, se paragonato
alla nostra piccola Europa.
Eppure, paradossalmente, il problema della terra è molto
diffuso nel continente: ci sono migliaia di gruppi che reclamano terra per
coltivare. In Brasile si fanno chiamare “Movimento Sem Terra”, e si tratta di
contadini che reclamano un pezzetto per poter coltivare. Poi ci sono i gruppi
dei Popoli Originari, che sono confinati in fazzoletti di terra, chiamati
“riserve”, o che ancora stanno lottando per farsi riconoscere a livello statale
la proprietà comunitaria della terra che calpestano da secoli, in modo da
preservarla dalla rapacità di gruppi avidi di legname, di suolo, di minerali…
Aggiungi didascal'orizzonte si perde, nelle vaste pianure argentine... |
Quanto vale la terra?
Il vento nord è spietato: ti schiaffeggia, violento, con la
sua aria ardente, e alza la terra in un
polverone impressionante. “Qui a Comandancia Frías tutto agosto è così,
hermanita…” mi dice la gente, per prepararmi a quello che ti aspetta. Se muovo
i denti, sento i grani di polvere che sono riusciti ad entrare, nonostante la
bocca chiusa. Una coltre marrone chiaro si posa sui mobili, sul pavimento, su
tutto: quando faccio il bucato, l’acqua scura testimonia che anche le fibre dei
vestiti si sono impregnate di terra/polvere. Si, qui la terra non manca, né in
estensione, né in polverone, ma… quanto vale?
I Wichi di 40-50 anni hanno lottato tutta la vita per il
riconoscimento della riserva aborigena. Quando sono arrivate qui le nostre
sorelle, fianco a fianco si sono impegnati fino ad ottenere la “quasi”
proprietà della terra. Quasi, perché manca solo un piccolo (teoricamente)
passetto: che il governatore firmi il titolo della terra. Erano giovani di 20
anni, che hanno imparato a scrivere, leggere, parlare in pubblico con gente
“bianca”, per rivendicare i propri diritti (vedi intervista di suor Iliana,
pubblicata in febbraio).
Eppure gli stessi (e altri, ma nessuno sa bene chi), stanno
continuamente “vendendo” la terra. Ho messo tra virgolette perché tecnicamente
non si può vendere un terreno di una proprietà comunitaria, e questo lo
sancisce la costituzione argentina e quella della provincia del Chaco.
Circolano fogli firmati da wichi nei quali si dichiara la vendita di un
appezzamento più o meno grande, la cosa è che sono molti fogli per molti
terreni. Tutti si lamentano, nessuno – a parole – ha venduto…
Trecento pesos…
Il vento del Nord è dispettoso e alle volte impietoso:
quando arriva troppo caldo, le foglie avvizziscono come se fossero bruciate.
Non si può sopportare, quando ti schiaffeggia, ma il colpo più duro ce lo hanno
inflitto gli stessi Wichi, quando ci confessano che la terra è venduta a
trecento pesos. Con questa cifra non riesci nemmeno a farti una buona spesa: 2
kg di yerba mate costano più di 40 pesos, la carne si vende a 30 al kg, la
verdura, a meno di 6-7 al kg non si compra nulla… Insomma, 300 pesos sono una
miseria, e per questo prezzo è venduta la terra. Il vento del Nord non è
niente, a confronto di questo schiaffo. Mi sento, ci sentiamo intontire di
fronte a una realtà così profondamente senza senso… Decenni di lotta per avere
la terra, ed ora la si vende, o meglio: la si svende per una miseria…
Terra! Terra!
Reviewed by abconsolata
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