IAM: la missione dei piccoli
Maritza è una bimba di 8 anni, una delle
ultime “creature” di una famiglia numerosa: gli 11 figli di Leucadio e Felipa.
Ha un sorriso che ti attira, uno sguardo limpido e sereno, nonostante a casa
sua la vita è dura e la povertà attanaglia. Non so come abbiano fatto,
sicuramente sono i miracoli dell’amore, fatto sta che Leucadio e Felipa sono
riusciti a pagare la quota di iscrizione per il Congresso dell’Infanzia e
Adolescenza Missionaria (IAM) della Diocesi di Potosí per Maritza e i suoi
fratelli Beimar e Oscar. Noi sorelle tenevamo in tasca monete da dare ai tre
fratelli, per potersi comprare le porcherie che piacciono tanto ai bambini, in
ogni angolo del mondo: cioccolatini, patatine, caramelle. Però Maritza, con un
orgoglio e soddisfazione incredibili, ci dice: “Ho i soldi per comprare: siamo
andati a lavorare e papà ci ha pagato 10 pesos a ciascuno”. Papà Leucadio haproposto loro di andare al pascolo con le
pecore e le capre, e li ha pagati.
Immaginatevi la dignità di questa bimba che,
con i “suoi” soldi, andava a comprare una caramella o una barretta al
cioccolato al negozietto vicino (però facendo attenzione a non spendere troppo,
mai più di un peso per volta).
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una danza asiatica durante la Messa di chiusura |
Questa è una storia, e chissà quante simili si
potrebbero raccontare, sui bambini che hanno partecipato al Congresso IAM.
Erano 2000 piccoli missionari, ospitati nelle varie parrocchie della città di
Potosí. Siamo stati accolti per ben 4 giorni, e anche lì, i miracoli dell’amore
delle comunità cristiane che hanno potuto dar da mangiare e dormire a tanta
gente. Pensate che la parrocchia di San Rocco, che ha ospitato 200 persone, non
solo ha potuto sfamare tante bocche, ma è riuscita pure ad avanzare, e
condividere con i poveri della zona.
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la scritta Vilacaya portata dai nostri piccoli missionari |
La IAM in America Latina è molto simile
all’ACR in Italia: gli ingredienti sono gli stessi: temi e formazione
cristiana, molti canti e dinamiche allegre, con un orizzonte vasto sui cinque
Continenti. Si è risvegliato in me l’antico entusiasmo di quando, come giovane
animatrice, portavo i ragazzi all’incontro diocesano dell’ACR (i famosi e
gloriosi “25 aprile”), ed ho iniziato a ballare i bans proposti “Jesucristo me
dijo que me vaya a la derecha… a la derecha… a la derecha…” e simili come se
non fossero passati 20 anni...
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una danza del pomeriggio culturale |
La cronaca dell’incontro è molto semplice: 3
giorni e mezzo di attività e celebrazioni. Siccome ho idee pastorali abbastanza
chiare, avrei qualcosa da ridire sulle modalità, però questo non è importante.
Ciò che realmente conta, ve lo racconto con un’altra bella immagine: di ritorno
a Vilacaya, stanchi morti però estremamente felici, i ragazzi iniziano a
cantare i bans imparati all’incontro. Ma non è sufficiente, ormai: non possono
tenere per sé, per il gruppo, le parole che cantano, allora aprono i finestrini
del pullman, e gridano a squarciagola la loro gioia e i messaggi che hanno
ricevuto al Congresso. Gesù è cantato e gridato in ogni comunità in cui
passiamo. Questa è la missione: gioia nel cuore e una voglia matta di
comunicare la bellezza di Dio a tutte le persone che si incontrano. E i nostri
bimbi di Vilacaya ce lo insegnano alla grande.
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la visiera con le antenne ci permetteva di trovarci nella folla |
IAM: la missione dei piccoli
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