Cambio di vedute
Quando si cambia il punto di vista, si comprendono molte
cose. Dopo più di due anni dal mio ritorno in America Latina, ho preso l’aereo
per la prima volta, con destinazione Brasile. Per mesi ho viaggiato nelle
pianure immense del centro-nord Argentina e nelle valli potosine con i bus,
vedendo cambiare, attraverso il finestrino, i paesaggi, e incrociando persone
in viaggio, o sedute al bordo della strada vendendo i loro prodotti.
Interessante. Però altrettanto affascinante è guardare il mondo – il mio mondo,
chiamato Bolivia – dall’oblò di un aereo.
6.50 della mattina: i motori si scaldano, l’aereo si mette
in posizione e decolla in pochi secondi, lasciando alle spalle le sacre
montagne della città di La Paz, con i suoi ponchos bianchi di neve. Non passano
molti minuti, ed ecco che l’altipiano, piatto come una tavola da biliardo,
lascia il posto ad una superficie rugosa, nella quale si aprono profonde valli.
Il paesaggio è arido, senza alberi, con la sua caratteristica predominante marrone. Sicuramente è in questa zona che si trova la
ormai famosa “strada della morte”, etichettata come la via più pericolosa del
mondo, con le sue curve accentuate, i precipizi vertiginosi, le strettoie e…
l’imprudenza dei camionisti boliviani, che dai 4000 m dell’altipiano scendono
3000 m nelle valli tropicali del dipartimento di La Paz.
le valli del dipartimento di La Paz |
Le nubi coprono ben presto le valli paceñe, e così mi ritrovo a bocca asciutta, senza vedere il
passaggio graduale dal paesaggio arido della montagna al verde tropicale. Per
inciso, in queste valli si coltiva la coca fine che si mastica, dal sapore
delicato e proprietà terapeutiche eccezionali (vedi post: “Coca e cocaina”).
Quando già ci prepariamo all’atterraggio in Santa Cruz, ecco
che il cielo sotto di noi si apre e si presenta una sorprendente Madre Terra,
vestita sontuosamente di verdi prati e alberi rigogliosi. Abbondanti fiumi
solcano la Pachamama (che qui non è venerata come tale: siamo nella cultura
Kamba, della zona tropicale) come arterie pulsanti che portano vita in
abbondanza alla terra fertile. Che cambio, ragazzi! Sembra un altro mondo, ma
si tratta dello stesso paese; è una caratteristica comune alle nazioni
dell’ovest, nel continente sudamericano: Colombia, Perù e Bolivia possiedono
una varietà di climi impressionante, dal freddo arido delle Ande alla foresta
pluviale, in una scala di habitat intermedi, ciascuno con le sue
caratteristiche.
Scendiamo dall’aereo: ufficialmente il volo era diretto,
però tutti siamo invitati ad uscire, per un secondo controllo antidroga: già in
La Paz ci hanno ispezionato il bagaglio a mano, adesso di nuovo, e persino di
più: i poliziotto toglie tutte le cose dal mio zaino, le rimette, apre un
pacchetto regalo e lo richiude, quindi inizia a
guardare da fuori, se ci sono doppi fondi. Ero pronta, nel caso che
volesse aprire con un coltello il mio compagno fedele di viaggio (lo zaino
Quechua che gli amici dell’Ufficio catechistico di Nepi mi hanno regalato prima
di partire), a gridare e a difenderlo con il mio stesso corpo! Ma non è stato
necessario.
Già sull’aereo che mi porterà a São Paulo, guardo dall’oblò,
e osservo gli uomini che caricano le valigie. Alla fine del faticoso lavoro, si
avvicina un poliziotto, che li ispeziona con attenzione. Anche loro (tutti i
santi giorni…) devono subire i controlli antidroga. Questa è un’altra faccia
della Bolivia, la bella e ricca nazione, che si macchia a livello mondiale per
la produzione di droga.
il nostro aereo, in fase di preparazione |
In Brasile, parlando con suor Maria Inocencia, mi racconta
che in Guinea Bissau (la sua missione) arriva proprio la droga boliviana, che
senza controllo alcuno passa tranquilla le acque dell’oceano, sbarca in Africa,
per poi riprendere il viaggio verso l’Europa…
Cambio di vedute
Reviewed by abconsolata
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