Un'andata che è un ritorno
La cosa brutta della vita missionaria è quando devi lasciare
un paese nel quale hai vissuto vari anni. Senti un dolore, come se ti
sradicassero dall’accogliente terra che ti dà vita. Bisognerebbe chiedere agli
alberi cosa si prova, per vedere se è la stessa sensazione… La cosa bella,
invece, è che quando puoi ritornare, è come trovare di nuovo la tua casa, con
la fortuna di avere molte case nel mondo, e sentire che il mondo intero entra
comodamente nel tuo cuore.
Più o meno è quello che ho provato e vissuto in questi
giorni: andare in Brasile per l’incontro continentale delle suore juniores, è
stata un’andata che è un ritorno al mio primo paese di vita missionaria: un
ritorno a casa.
L’esperienza è stata forte, perché tutti i miei sensi sono
stati investiti e messi in movimento: il sapore unico del guaraná, bevanda
tipica del Brasile. L’odore intenso della natura, nel suo pieno splendore
estivo, e il suo colore trionfante, un verde che parla solo di vita. La
cantilena brasileira che ti avvolge, nella dolcezza della musicalità della
lingua, unita alle parole di affetto e accoglienza calorosa, che
contraddistingue le sorelle di qui e le braccia che si aprono e poi ti
stringono, nel saluto “abbraccioso”, bem brasileiro. La luce repentina e
spaventosa dei fulmini, che qui cadono abbondanti e ti fanno chiudere gli occhi
per la paura…
la lussureggiante vegetazione nel giardino di casa regionale |
Un ritorno che mi ha riportato a tempi antichi: al mio primo
sogno missionario, quando ero adolescente e volevo a tutti i costi andare in
Brasile. Alla sua realizzazione, molti anni dopo, con il noviziato, in preparazione alla consacrazione
e alla missione, ma che era già incontro con una cultura diversa e un respirare
latino, che mi ha sedotto, innamorata e legata per sempre a questo continente.
foto d'epoca: la mia comunità del noviziato |
Un'andata che è un ritorno
Reviewed by abconsolata
on
01:30
Rating:
Nessun commento: