Buon compleanno, Vilacaya!
10 dicembre 2013: come capita molte volte, lo abbiamo saputo
per vie traverse, e all’ultimo momento: arrivando dagli Esercizi Spirituali in
Perù, le sorelle di Puna ci avvisano che Padre Mario verrà a Vilacaya dopo
domani (martedì), perché si celebra l’anniversario di fondazione del Cantone (formato
da 8 comunità vicine). In ogni caso, eccoci al fianco della nostra gente!
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un momento dell'Atto Civico, sotto la pioggia. Suor Gabriella parla a nome della nostra comunità |
Una leggera pioggia cade sulla terra assetata, e tutti ci rallegriamo dell’arrivo della benedizione celeste. Nessuno, proprio nessuno, si
mette a borbottare mentre ci inzuppiamo e sentiamo il freddo che penetra nel
nostro corpo: sono mesi che stiamo aspettando il suo arrivo. Dopo la Messa,
nella piazza antistante alla chiesa, ascoltiamo le parole del Corregidor
(autorità tradizionale che coordina le autorità di ogni comunità), di altri
partecipanti, ed infine anche suor Gabriella saluta i presenti e ringrazia per
l’accoglienza generosa con la quale ciascuna comunità ci ha ricevuto.
Non c’è molta gente: alcune comunità quasi non sono
rappresentate, e qualcuno si lamenta. La verità è che non c’è molta gente nel
Canton Vilacaya: fondato 150 anni fa da Antonio José de Sucre, uno dei padri
della patria boliviana, è uno dei più antichi in Bolivia. Cosa è successo in
questi 150 anni? E prima ancora: come era questo cantone un secolo e mezzo fa? Sicuramente,
non ha mai pullulato di tanti abitanti: l’altipiano ha sempre avuto una densità
di popolazione bassa, così come tutto il paese. Ma negli ultimi 30 anni la
migrazione di vilacaiensi è stata fortissima: ci sono comunità che stanno
sparendo (come Pajchilla e Santa Ana), e gli abitanti attuali sono anziani soli
(i cui figli lavorano lontano), ragazzi e adolescenti, lasciati alle cure dei
nonni, mentre i genitori si trovano in Spagna, Argentina, o Santa Cruz di
Bolivia. Le forze vive, preparate con tanta cura da Padre Adrian, un parroco
che ha lasciato il segno nel paese, hanno dovuto lasciare le proprie comunità
per poter sopravvivere. Il cambio climatico ha ridotto le piogge drasticamente,
e la gente che vive totalmente dipendente dalle precipitazioni ha cercato di
sbarcare il lunario in altri ambienti meno ostili.
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la comunità di Mulajara sfila con la bandiera dei popoli originari |
Nel salone gli uomini si siedono a destra, e le donne a
sinistra, come tradizione. Chiamano noi suore al tavolo centrale, insieme alle
autorità, secondo il rispetto che si dà alle persone di chiesa. Parliamo del
più e del meno con Primo, il corregidor attuale, e dopo il pranzo di festa (con
carne, ch’uño, riso e patate) assistiamo a un festival di danze tradizionali,
preparate dalle varie comunità. Sono così belli ed eleganti, con i vestiti
ricamati e i copricapi decorati! La cultura risplende di gloria nella bellezza
della festa. Le musiche sono monotone, ma non stancano. Alle volte ci
coinvolgono nel ballo (anche questa è tradizione: dopo la danza iniziale di
saluto, nella seconda ronda si chiamano le autorità, oltre a offrire loro
chicha e altre bevande),allora sì, ci stanchiamo in fretta… Fa tanto pensare la
ricchezza/bellezza della cultura quechua, in una situazione di mobilità umana
tanto grande. Che ne sarà di tutto questo patrimonio millenario, nella diaspora
della gente dell’Altipiano? Speriamo veramente che le manifestazioni
folkloriche che si organizzano un po’ dappertutto (vedi il post del 2012: “Un assaggio
di Bolivia prima della scorpacciata”) servano a mantenere viva l’identità del
popolo, anche se il contesto urbano non favorisce un’organizzazione comunitaria
di origine contadina.
Buon compleanno, Vilacaya! Non sappiamo bene perché il
Signore ci ha fatto arrivare qui, ma Lui sa, e questo ci dà tranquillità.
Stiamo accompagnando un paese in via d’estinzione nei suoi ultimi anni? O il
futuro ci riserva un cambio di rotta? Non preoccupiamoci troppo: la saggezza
quechua dice di vivere il presente, perché è l’unico tempo che abbiamo fra le
mani: il passato sta davanti, e ci illumina e ci guida. Ed il futuro… sarà
presto presente.
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un gruppo pronto per ballare e suonare una danza tradizionale |
Buon compleanno, Vilacaya!
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