Tributo alla donna potosina
Bella, semplicemente bella e inconfondibile:
non c’è dubbio, il mio cuore non è imparziale, ma quando si incontra una donna
potosina, si distingue dalle altre cholitas boliviane.
Elegante, con la sua gonna a mille pieghe, che
arriva fino al ginocchio, e il cappello a tesa larga, abbellito da una dalia,
nella stagione delle piogge. Ma il “marchio di fabbrica” è soprattutto il suo
sorriso che illumina il suo viso e accoglie calorosamente chi incontra. La
prima volta che mi sono recata a La Paz, ho notato come le donne paceñe sono
sempre serie, e meno aperte alla relazione, per lo meno a una prima
impressione.
Vanessa |
Il viso è bruciato dal sole cocente: il più
delle volte le donne spendono la loro giornata al pascolo con le capre, o
lavorando nei campi.
Abili tessitrici, preparano splendidi fullos,
una coperta/copriletto che le donne preparano prima di iniziare la vita
coniugale.
E’ frequente incontrare in Potosì mamme che
portano i bimbi nell’aguayo, mentre danno la mano ai figli più grandi, che alle
volte appena sanno camminare.
Martina |
Che tristezza, però, vederle piangere davanti
a un poliziotto o ad un avvocato, con il coraggio di denunciare la violenza del
marito, molte volte imprigionato nel vizio dell’alcol.
La donna potosina è bella, forte e coraggiosa,
è la colonna delle famiglie e della società, e a Lei va questo tributo, e anche
la mia preghiera: che il Signore la benedica e le dia la forza di cui ha
bisogno per continuare ad essere la sacerdotessa della vita.
Mercedes |
Tributo alla donna potosina
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