Laudato si' e l'acqua, bene comune
L’acqua potabile e pulita rappresenta una questione di primaria importanza, perché è indispensabile per la vita umana e per sostenere gli ecosistemi terrestri e acquatici. Le fonti di acqua dolce riforniscono i settori sanitari, agropastorali e industriali. La disponibilità di acqua è rimasta relativamente costante per lungo tempo, ma ora in molti luoghi la domanda supera l’offerta sostenibile, con gravi conseguenze a breve e lungo termine. (Laudato si', 28)
Mentre la qualità dell’acqua disponibile peggiora costantemente, in alcuni luoghi avanza la tendenza a privatizzare questa risorsa scarsa, trasformata in merce soggetta alle leggi del mercato. In realtà, l’accesso all’acqua potabile e sicura è un diritto umano essenziale, fondamentale e universale, perché determina la sopravvivenza delle persone, e per questo è condizione per l’esercizio degli altri diritti umani. Questo mondo ha un grave debito sociale verso i poveri che non hanno accesso all’acqua potabile, perché ciò significa negare ad essi il diritto alla vita radicato nella loro inalienabile dignità.
(Laudato si', 30)
Ricevo un giorno una chiamata, dicendomi che il gruppo "La Lokomotiva" è interessato a costruire un pozzo nella nostra missione. Lo consideriamo proprio una benedizione di Dio, vista la scarsità di acqua della zona. Il gruppo ci è noto: il primo pozzo della loro "storia" è stato realizzato in Mozambico, con l'appoggio logistico delle nostre missionarie, quindi ne hanno scavati 3 in Malawi, ed ora sembrano interessati all'America Latina.
Dopo il primo entusiasmo, mi viene un dubbio: la nostra area di Vilacaya è scarsamente popolata: ne varrà la spesa, visto che i costi delle perforazioni sono tanto grandi? Esprimo le mie titubanze in una mail con una pronta risposta del capogruppo: "Anche se ci fosse solo UNA persona, noi faremmo il pozzo, purché il suo uso non sia monetizzato, e rimanga bene comune".
Rimango più tranquilla, ancora di più quando incontro Marco, Andrea e Antonella in una sera nepesina: parlano di semplice "restituzione" ai poveri di qualcosa che appartiene loro per natura. Mi piacciono!
Appena arrivata in Argentina, con una voglia matta di Bolivia, guardo un film molto bello: "También la lluvia", una produzione boliviana e spagnola che racconta la cosiddetta "guerra dell'acqua" di Cochabamba del 2000. La popolazione si era rivoltata violentemente quando la gestione dell'acqua per la città era stata privatizzata e data a una multinazionale statunitense. Morti, feriti, alla fine la guerra urbana ha ottenuto che l'acqua non fosse proprietà di pochi, ma bene di tutti. Questa esperienza dolorosa è servita al popolo boliviano, che riconosce nella sua Costituzione l'acqua come bene comune. Il governo ha investito molto nel progetto "mi agua" per dare acqua potabile alle comunità dell'Altipiano. Molti sforzi per evitare che la desertificazione del territorio porti al suo totale spopolamento, con le conseguenze sociali connesse alle migrazioni.
Nei prossimi mesi vi racconterò lo svolgimento di questa nuova avventura, a favore della vita della nostra gente!
Mentre la qualità dell’acqua disponibile peggiora costantemente, in alcuni luoghi avanza la tendenza a privatizzare questa risorsa scarsa, trasformata in merce soggetta alle leggi del mercato. In realtà, l’accesso all’acqua potabile e sicura è un diritto umano essenziale, fondamentale e universale, perché determina la sopravvivenza delle persone, e per questo è condizione per l’esercizio degli altri diritti umani. Questo mondo ha un grave debito sociale verso i poveri che non hanno accesso all’acqua potabile, perché ciò significa negare ad essi il diritto alla vita radicato nella loro inalienabile dignità.
(Laudato si', 30)
Ricevo un giorno una chiamata, dicendomi che il gruppo "La Lokomotiva" è interessato a costruire un pozzo nella nostra missione. Lo consideriamo proprio una benedizione di Dio, vista la scarsità di acqua della zona. Il gruppo ci è noto: il primo pozzo della loro "storia" è stato realizzato in Mozambico, con l'appoggio logistico delle nostre missionarie, quindi ne hanno scavati 3 in Malawi, ed ora sembrano interessati all'America Latina.
cercare l'acqua al fiume, può anche essere divertente! |
Rimango più tranquilla, ancora di più quando incontro Marco, Andrea e Antonella in una sera nepesina: parlano di semplice "restituzione" ai poveri di qualcosa che appartiene loro per natura. Mi piacciono!
Appena arrivata in Argentina, con una voglia matta di Bolivia, guardo un film molto bello: "También la lluvia", una produzione boliviana e spagnola che racconta la cosiddetta "guerra dell'acqua" di Cochabamba del 2000. La popolazione si era rivoltata violentemente quando la gestione dell'acqua per la città era stata privatizzata e data a una multinazionale statunitense. Morti, feriti, alla fine la guerra urbana ha ottenuto che l'acqua non fosse proprietà di pochi, ma bene di tutti. Questa esperienza dolorosa è servita al popolo boliviano, che riconosce nella sua Costituzione l'acqua come bene comune. Il governo ha investito molto nel progetto "mi agua" per dare acqua potabile alle comunità dell'Altipiano. Molti sforzi per evitare che la desertificazione del territorio porti al suo totale spopolamento, con le conseguenze sociali connesse alle migrazioni.
Nei prossimi mesi vi racconterò lo svolgimento di questa nuova avventura, a favore della vita della nostra gente!
Laudato si' e l'acqua, bene comune
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