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Quando la minestra è andata a male

Anastasia (così chiameremo la nostra protagonista) guarda la pentola della minestra con occhi a mezza strada tra a preoccupazione e la sorpresa: la minestra avanzata del giorno prima si è inacidita, sebbene il clima non sia caldo. “Qualcuno morirà” dice con un tono pacato e profondo: le cose e la natura sempre danno segni premonitori alla nostra gente, attenta a coglierli e interpretarli.
Il giorno dopo incontriamo la nostra amica molto triste e dolente: il marito la sera precedente l’aveva picchiata alla grande, e non sappiamo se fanno più male i lividi che le ha lasciato o la mortificazione di questa violenza familiare.

una signora parla con P. Julian

Purtroppo, Anastasia non è l’unica vittima, fa parte di una grande schiera di donne che soffrono tra le pareti domestiche. Le dimensioni della violenza familiare devono essere molto grandi, perché la radio e in generale i mezzi di comunicazione ne parlano con frequenza: in questi tempi è stata approvata una legge in difesa della donna, mentre poco tempo fa una moglie che andava a denunciare il marito di maltrattamento, era obbligata dalla stessa Polizia a ritornare al tetto coniugale.
Andiamo da un avvocato in Potosí perché abbiamo bisogno di un documento per il nostro permesso di soggiorno. Mentre aspettiamo il nostro turno, arriva una donna giovanissima, con il viso segnato da un profondo dolore. Parla in quechua, ma non è necessario conoscere la lingua nativa per capire ciò che racconta: ha avuto il coraggio di reagire e di cercare aiuto in questo centro di avvocati che lavorano al servizio della donna, come ricordano i cartelli che tappezzano il locale, tutti sui diritti delle donne.
Rimango scettica quando leggo i libri che raccontano (o teorizzano) la cultura andina: parlano di reciprocità e complementarità dei due sessi. La nostra esperienza ci mostra una società maschilista, che favorisce in tutto l’uomo, ad iniziare dal diritto allo studio: se incontriamo una persona analfabeta, il 90% delle volte si tratta di una donna. Le famiglie permettono la frequenza delle Superiori ai ragazzi, e molto meno alle ragazze. Nelle nostre visite alle scuole, si vede una netta differenza tra maschi e femmine: i primi sono più disinvolti e sicuri, le seconde molto timide e meno propense ad esporsi, nonostante molte di loro abbiamo buoni talenti da mostrare.

tre generazioni di donne
Anastasia, la giovane donna nello studio legale… volti di donne che non si possono dimenticare, e che lasciano nel cuore un’ inquietudine profonda. Speriamo che la minestra non vada più a male… bisognerà insegnare ai ragazzi adolescenti che la donna non si sfiora nemmeno con un fiore…


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