Guarda, vedi, tocca, annusa, gusta la missione!

La MISERICORDIA nel cuore del Beato Giuseppe Allamano

In quest'anno Santo la parola Misericordia è come rispuntata, riemersa dal cassetto polveroso delle cose un po' dimenticate, anche se - dobbiamo ammetterlo - Papa Francesco ne ha sempre parlato, e prima di lui San Giovanni Paolo II. Non so se è solo una mia impressione, ma è come se la Chiesa, ogni singola persona di questa nostra Chiesa, si risvegliasse su un tale pilastro del cristianesimo.
Per lo meno io mi sento così! E una cosa che ho riscoperto è l'esperienza speciale che i Santi fanno di questa misericordia.
Ci sono esempi conosciuti, altri un po' meno, tutti molto significativi. Tirando l'acqua al mio mulino, in questo Giubileo vorrei proporvi una riflessione sulla misericordia sui "nostri" santi, partendo dal Fondatore delle Missionarie della Consolata, il Beato Giuseppe Allamano.

Chi lo ha conosciuto dice che quando parlava dell'amore di Dio cambiava d'aspetto, alle volte si infervorava così tanto, da diventare rosso rosso, e coloro che aveva attorno temevano gli prendesse un infarto. Questa esperienza è fondamentale per ciascuno di noi. Se siamo amati, impariamo ad amare e trasmettiamo amore agli altri.


Con il suo sguardo sempre lungimirante, il Beato Allamano non si fermava alla sua città Torino, nemmeno al Piemonte o alla sola Italia: sin da giovane il suo cuore batteva forte pensando che nel mondo c'erano troppe, troppe persone che non potevano fare l'esperienza dell'amore e misericordia di Dio, perché nessuno glielo aveva annunciato. Secondo la teologia dei suoi tempi, poi, il Battesimo era essenziale per poter accedere alla salvezza, quindi l'andare e il battezzare erano un tutt'uno.
Non potendo essere lui missionario, per ragioni di salute cagionevole, iniziò a intuire lo stesso desiderio di bene in numerosi giovani sacerdoti, e così, tenacemente, per molti anni, sognò e progettò un istituto missionario per sacerdoti e fratelli, che ebbe la sua fondazione nel 1901. La misericordia, per lui, si dimostrava nell'andare, nell'annunciare e nell'accogliere nella Chiesa i figli di Dio che abbracciavano la fede in Gesù Cristo.

Come sacerdote diocesano, il Beato Allamano spendeva molto tempo nella direzione spirituale e nel confessionale, e ai suoi figli missionari ammoniva di non preoccuparsi della fila fuori dal confessionale, ma dare tutta l'attenzione alla persona che si ha davanti, come se fosse l'unica. Mi sembra un consiglio molto attuale: è importante poter fare una buona confessione senza l'ansia da fila del confessore, vi pare? Non è un bel modo di comunicare la misericordia di Dio, che ama ciascuno come se fosse unico??


Circa le opere di misericordia, oltre naturalmente a praticarle personalmente e a insegnarle ai suoi missionari e missionarie, l'Allamano ne indicava anche lo stile, parlando CARITA' FIORITA, il FIORE DELLA CARITA'.
Non solo dare da mangiare, ma farlo con un sorriso. Non solo accogliere un povero che bussa alla porta, ma farlo sempre con pazienza e calore, come se non esistesse che lui sulla terra.
Mai alterarsi, mai alzare la voce: il Dio che si annuncia è "Paziente e misericordioso, lento all'ira e grande nell'amore", così deve essere l'annunciatore/trice.

Bene, per oggi mi fermo qui. Mi sembra c'è già abbastanza carne al fuoco... Chi annuncio e come lo annuncio? Ci entra nella risposta la parola misericordia?
Sì, decisamente per oggi è sufficiente!




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