Guarda, vedi, tocca, annusa, gusta la missione!

Il Paradiso si chiama Tañavillque

E’ una mattina tranquilla, e – quando bussano alla porta – suor Maria Elena va ad aprire e si ritrova un ragazzotto mai incontrato prima. Lo fa entrare e questi le spiega che viene da Tañavillque, e la supplica di visitare la sua comunità il prossimo lunedì. Davanti a tanta insistenza, e grazie a Dio all’assenza di altri impegni per quel giorno, la risposta è positiva.

Tañavillque: dopo tre anni e mezzo di presenza nella zona, non avevamo mai sentito questo nome. Ci facciamo spiegare bene la strada, e Padre Pedro ci fa un po’ paura: “E’ così difficile arrivarci! Io mi sono perso…”. Partiamo presto, non si sa mai, e mentre già siamo in viaggio, l’autorità della comunità ci chiama per sapere se davvero andiamo. Gli assicuriamo che siamo già in movimento e ci ringrazia cortese. Si vede che non ci crede ancora al sì che gli abbiamo dato!



Lasciamo presto l’asfalto e ci addentriamo per una strada sterrata conosciuta, fino ad un certo punto: all’incrocio per Uvila tiriamo dritto e scopriamo una serie di pianori, valli e saliscendi che – ad occhio e croce –  sono paralleli alla bella valle di Kepallo, che sempre ci ha stregato con la sua bellezza. Vai e vai, sarà che abbiamo oltrepassato il bivio che ci avrebbe portato alla comunità? Facciamo salire nella jeep una vecchietta che parla solo quechua: capiamo che è diretta a Suquicha, e che sarebbe scesa all’incrocio per Tañavillque. Ci assicura così indirettamente che non ci siamo perse.
Lasciata l’anziana signora, prendiamo una valle laterale, anzi: una serie di canyon in trasversale che ci fanno scendere e salire, finché intravediamo un piccolo centro, abbarbicato alla montagna. Riusciamo a raggiungerlo, ma non c’è nessun nome scritto: abbasso il finestrino e chiedo a una giovane mamma: “Questo è Tañavillque?” alla risposta affermativa tiriamo un sospiro di sollievo: non è stato poi tanto difficile arrivarci…

Ma che sorpresa scendendo dall’auto: ci accoglie il professor Olimpo, che per due anni ci ha accolte nella scuola di Chimola! Un saluto pieno di gioia da ambe le parti, e la sicurezza che lavoreremo bene insieme. La comunità si riunisce alla spicciolata: ci sono molte mamme, e un signore che, nel suo ruolo di autorità originaria, si dimostra un vero leader e animatore della comunità. Si tratta di circa 45 famiglie, delle quali numerose con figli in età scolare. Ci chiedono di visitarli ogni 11 del mese, e ci prendiamo l’impegno con gioia. E’ presente anche la dottoressa che lavora a Suquicha, e ci chiede di fare qualcosa anche là: è una comunità grande, non ci siamo mai arrivate, ma ora gli orizzonti si ampliano in questa direzione.


E’ così grande la nostra parrocchia! E la voce della gente che ci chiede di andare, di visitare, ci sembra proprio la voce di Dio che ci chiama un po’ più in là, dove c’è la sua gente.

Usciamo dalla celebrazione della Parola che abbiamo animato e ci fermiamo a guardare il paesaggio: è più verde di Vilacaya, e le pendici della montagna sono solcate da rughe profonde, che ondulano il terreno. Il cielo blu sovrasta ogni cosa e al ritorno – più facile dell’andata, perché ci insegnano una strada più diretta – la Muela di Ñuqui troneggia sulle altre alture. Se il Paradiso ha un nome, il Paradiso si chiama Tañavillque. Splendido paesaggio, splendida gente che pare sperduta nelle montagne, ma che ha voglia di vivere pienamente la propria vita e la propria fede. 

Il Paradiso si chiama Tañavillque Il Paradiso si chiama Tañavillque Reviewed by abconsolata on 01:00 Rating: 5

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