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Suquicha: iniziamo male, sicuro andrà bene...

Fin dal primo anno del nostro arrivo in Vilacaya la comunità di Suquicha è arrivata alle nostre orecchie. Solo alle orecchie, però: nonostante alcuni inviti che non abbiamo potuto accettare per mancanza di tempo, non ci siamo mai arrivate. Ma non sono mai mancate le raccomandazioni: da parte di Ismael, delle Scuole di Cristo, e poi dell'equipe medica del posto, che incontradoci a Tañavillque ci ha invitate con grande insistenza.

Finalmente, arriva il fatidico giorno della "prima": il 13 giugno con suor Gabriella ci dirigiamo alla comunità. Non sappiamo bene dov'è, e quanto ci metteremo: nel dubbio, decidiamo di uscire di casa un'ora e mezza prima. La dottoressa ci aveva detto che qualsiasi orario andava bene, e così siamo rimaste che per le 14 potevamo fare una celebrazione della Parola.

La strada era conosciuta fino al bivio per Tañavillque, dopodiché solo rimaneva la certezza che la strada ci avrebbe fatto arrivare. Dai e ridai, curva dopo curva, sali e scendi... ma saremo nel giusto cammino? Costeggiamo il canyon profondo che il fiume di Kepallo da scavato nei secoli. Le pareti argillose si lasciano scolpire dalla pioggia e dal freddo e caldo, sembrano burro ondulato. Finalmente Suquicha appare là in fondo: è come un' "isola Tiberina" in mezzo ai due fiumi che arrivano da Kepallo e da Tañavillque. All'entrata del paesino vediamo che c'è l'ambulatorio: ci fermiamo, ed esce la dottoressa tutta preoccupata: "La gente le aspettava per le 9 del mattino!" Ma come! Proprio a noi che odiamo mancare agli impegni e arrivare tardi! C'era stato un fraintendimento... e la gente ha aspettato molte ore.



Arrivate davanti alla scuola, il malumore si taglia con il coltello tanto è denso. Più che chiedere scusa e giustificarsi con l'agenda nella mano... Il Direttore del Collegio ci accoglie un po' freddo... Penso tra me: "Questa sicuro che sarà la prima e l'ultima volta che ci invitano..." Ma poi con i minuti che passano ci chiede di venire con una certa regolarità: già fissiamo le date fino a novembre, e alla fine ci danno una lettera di richiesta di celebrazione anche al Parroco.

Alle 14,30 ci riuniamo nella Chiesa, molto ben tenuta: arrivano i ragazzi delle superiori e qualche bambino, che subito fa amicizia con Gabriella. Ci sembrano subito dei ragazzi meno timidi e più aperti che in altre comunità. Ci sono anche alcune signore e mamme con bimbi rumorosi. L'ambiente diventa subito familiare e i ragazzi interagiscono con noi.

Alla fine una professoressa ci chiede di pensare anche a un ritiro spirituale per i docenti, e le assicuriamo che troveremo il tempo per farlo. Varie foto scattate da mille cellulari, e poi ci salutiamo sereni, meno male... e mentre ce ne andiamo contempliamo i frutteti di peschi, in riva al fiume. "Chissà che spettacolo quando sono tutti fioriti..." ci diciamo. Lo vedremo presto, il prossimo anno in febbraio e marzo... C'è molta vita in Suquicha, e molto lavoro: sono 4 anni che praticmente come Chiesa non ci arriviamo...

Da come è iniziato tutto così male, sicuramente continueremo molto bene in Suquicha...
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