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Ammazza che sciopero!

Questo articolo tratta un tema di attualità, ma questo blog non fa informazione dell'ultimo minuto, quello lo lascio fare alel testate giornalistiche. Questa notizia è rimbalzata di continente in continente, purtroppo: lo sciopero dei minatori ha avuto conseguenze terribili qui in Bolivia. Voglio raccontarvelo dal nostro punto di vista, di noi che viviamo nella campagna e per questo alle volte non siamo al corrente delle notizie, ma questo non significa che non ne soffriamo le conseguenze.

L'arrivo e la partenza di mamma ed Elisa qui in Bolivia è stata marcata dall'inizio delle due fasi di sciopero dei minatori. Per il mio sistema nervoso questo ha significato un bel po' di stress, ma grazie a Dio siamo riuscite ad andare a Sucre ad accogliere, e anche a portarle di nuovo all'aeroporto, passando per vie traverse.

Infatti, per chi viene da paesi in cui gli scioperi sono supercontrollati, e rispettano le fasce orarie dei lavoratori, e durano solo qualche ora, e non giorni, rimane a bocca aperta quando vive uno sciopero in Bolivia. Sciopero significa bloccare le strade e quindi paralizzare il traffico e il commercio. i blocchi stradali, scelti in punti nevralgici della circolazione, il governo risponde con la Polizia e l'Esercito, che si scontrano con i manifestanti. Sempre ci scappano feriti, ma questa volta ci sono scappati un bel po' di morti, incluso il viceministro degli interni che è stato ammazzato da una turba inferocita di minatori. Si tratta di vera e propria guerriglia, con morti da una parte e dall'altra.

Sinceramente, ascoltando la radio, non abbiamo ancora ben capito il motivo di tanta violenza: i minatori chiedono delle agevolazioni fiscali, il governo non gliele concede. Nel frattempo, muoiono padri di famiglia e persino gente del governo.

in posa davanti al fiero minatore

Al primo periodo di scioperi, siamo arrivate al limite della benzina e del gas: quasi rimanevamo a piedi e senza fuoco per preparare il pranzo! Al secondo periodo, mi sono fatta furba, e quando con la nostra fedele jeep siamo arrivate a Sucre per portare mamma e Elisa, passando per vie traverse e anche perderndoci un po', in quel giorno sono andata dal benzinaio due volte, prima che si esaurisse la benzina e rimanessi a secco.

La radio non fa altro che invocare "dialogo e non violenza", varie parti sociali implorano che cessi il conflitto, perché tutti ci perdono: i contadini che stanno vivendo un anno terribile di carestia, si vedono tagliare le ultime speranze di guadagno, in quanto non riescono a trasportare i frutti della terra, con il rischio di farli marcire.

Bolivia è un paese povero, e questa situazione lo rende ancora di più. Ma quello che impressiona è la facilità ad entrare in un conflitto violento, ad ammazzare persone, ad usare dinamite come se fosse un petardo. Certe cose sono difficili da digerire, e non solo per un gringa come me, ma anche per gli stessi boliviani. Quando uno sciopero ammazza, ammazza che sciopero!


Ammazza che sciopero! Ammazza che sciopero! Reviewed by abconsolata on 01:00 Rating: 5

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