Non rubare (il cellulare)
Passando per le strade de El Alto, grande città che si è sviluppata nell'altipiano, attaccata a La Paz, si vedono alle volte dei pupazzi/fantocci appesi a un palo della luce. Non sono molto belli, si capisce subito che non si tratta di arte urbana, tantomeno di addobbi. "Sono un avviso ai ladri: chi cerca di rubare in quel determinato quartiere, farà la fine di quel fantoccio: impiccato!".
E non pensate sia una minaccia simbolica o solo verbale, no no: in Bolivia casi di giustizia "fai da te" sono molto frequenti, anche nella nostra zona.
A marzo, arrivate a Puna, il capoluogo della nostra provincia, per documenti da ritirare, abbiamo trovato all'entrata del paese con un pulman dell'esercito e varie auto delle forze dell'ordine. Ci fermiamo: chiediamo a un signore che passa cosa è successo, e ci spiega: "la gente si è rivoltata: hanno pescato dei ladri di bestiame e volevano bruciarli vivi. QUando la polizia voleva intervenire per difenderlo, hanno picchiato anche i poliziotti...". Come dicevo, con i ladri non si scherza...
D'altronde, i tre comandamenti del popolo quechua dicono: non mentire, non essere pigro, NON RUBARE! La pressione sociale/culturale su questo crimine fa sì che la Bolivia sia un paese abbastanza tranquillo. Padre Santos, di ritorno da Lima (Perù) è rimasto impressionato dall'insicurezza della società che si respira lì. Eppure, eppure...
Ofelia è l'infermiera di Vilacaya, un punto di riferimento per tutti, noi suore comprese: la sua delicatezza e attenzione alla persona è unica. Una figura di tutto rispetto e amata da tanti. Eppure proprio a lei, alla nostra cara Ofelia, hanno già rubato tre volte lo smartphone. Il primo caso si è registrato alla festa di San Pietro del 2014: lei stava con dei pazienti, ha lasciato il cell alla porta dell'ambulatorio (l'unico posto dove c'era campo) e lo smartphone è sparito. "E' gente di fuori..." tutti abbiamo detto. Certo, con il movimento della festa... Ma poi, gli altri due casi sono avvenuti in giorni feriali e molto ordinari. L'ultimo, poi, è stato impressionante: ha appoggiato un minuto il cellulare ad un arco della chiesa, mentre comprava un hot dog da Sabina, e quando si è girata il cellulare non c'era più... Il giallo era abbastanza facile da risolvere, anche se non si è concretizzata l'accusa: era un ragazzo delle superiori. Non è l'unico caso: molti studenti lamentano il furto del proprio, caro cellulare: frutto di una stagione intera di lavoro sottopagato a Tarija, o a Santa Cruz... Ma vuoi mettere lavorare da semischiavi per una meraviglia come questa?
"Hermanita, hai musica nel tuo cellulare?" mi chiede Felicia "No..." "Ma come! Il cellulare serve pr questo!". Eccerto, a degli adolescenti che vuoi dire, hanno ragione: la musica di Yarita, o la cumbia villera dell'Argentina risuonano nelle loro orecchie. La musica è tutto per degli adolescenti. Anche per me il secolo scorso... Ai miei tempi era alla moda caricare su una spalla la radio! Ma vi ricordate!?!???!!!! Adesso con il cellulare metti il tuo mondo di musica nella memoria, poi scatti foto e filmi video. E' veramente una meraviglia. Meraviglia alla quale non si resiste: purtroppo, molti giovani che non si possono permettere uno smartphone, non resistono alla tentazione di sottrarlo a qualcun altro. E se ci immedesimiamo in loro, non riusciamo a condannarli: anche per noi certi mezzi elettronici sono diventati un "must", una parte di noi. E così, "ama lulla" (=non rubare) quechua inizia a traballare, dopo secoli di stabilità. Ma il problema sta nei ragazzi, o nei valori che la società (noi) insegniamo loro? Non credo sia un problema solo di Vilacaya, ma del mondo intero. Così, facciamoci un esame di coscienza tutti insieme...
E non pensate sia una minaccia simbolica o solo verbale, no no: in Bolivia casi di giustizia "fai da te" sono molto frequenti, anche nella nostra zona.
A marzo, arrivate a Puna, il capoluogo della nostra provincia, per documenti da ritirare, abbiamo trovato all'entrata del paese con un pulman dell'esercito e varie auto delle forze dell'ordine. Ci fermiamo: chiediamo a un signore che passa cosa è successo, e ci spiega: "la gente si è rivoltata: hanno pescato dei ladri di bestiame e volevano bruciarli vivi. QUando la polizia voleva intervenire per difenderlo, hanno picchiato anche i poliziotti...". Come dicevo, con i ladri non si scherza...
D'altronde, i tre comandamenti del popolo quechua dicono: non mentire, non essere pigro, NON RUBARE! La pressione sociale/culturale su questo crimine fa sì che la Bolivia sia un paese abbastanza tranquillo. Padre Santos, di ritorno da Lima (Perù) è rimasto impressionato dall'insicurezza della società che si respira lì. Eppure, eppure...
cellulari, cellulari, cellulari... per filmare e fotografare momenti importanti |
"Hermanita, hai musica nel tuo cellulare?" mi chiede Felicia "No..." "Ma come! Il cellulare serve pr questo!". Eccerto, a degli adolescenti che vuoi dire, hanno ragione: la musica di Yarita, o la cumbia villera dell'Argentina risuonano nelle loro orecchie. La musica è tutto per degli adolescenti. Anche per me il secolo scorso... Ai miei tempi era alla moda caricare su una spalla la radio! Ma vi ricordate!?!???!!!! Adesso con il cellulare metti il tuo mondo di musica nella memoria, poi scatti foto e filmi video. E' veramente una meraviglia. Meraviglia alla quale non si resiste: purtroppo, molti giovani che non si possono permettere uno smartphone, non resistono alla tentazione di sottrarlo a qualcun altro. E se ci immedesimiamo in loro, non riusciamo a condannarli: anche per noi certi mezzi elettronici sono diventati un "must", una parte di noi. E così, "ama lulla" (=non rubare) quechua inizia a traballare, dopo secoli di stabilità. Ma il problema sta nei ragazzi, o nei valori che la società (noi) insegniamo loro? Non credo sia un problema solo di Vilacaya, ma del mondo intero. Così, facciamoci un esame di coscienza tutti insieme...
...e nemmeno noi siamo da meno... |
Non rubare (il cellulare)
Reviewed by abconsolata
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