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Vilacaya: bilancio secco di un anno

Alla fine dell’anno, è cosa saggia e sana guardare indietro e fare un bilancio sereno. Sereno, sì, è inutile piangere sul latte versato, e – per chi vive un’esperienza di fede – è un buon momento per riconoscere la presenza amante di Dio.


Un bilancio secco, perché meno acqua, veramente, non si può: già in aprile scarseggiava, cioè appena finita la stagione delle piogge. Il naso all’insù, aspettando che le nuvole dessero la vita dall’alto, ma niente: siamo alla vigilia di Natale, e ancora non è iniziata la pioggia. I contadini aspettano la pioggia per seminare, e chi ha seminato nella speranza, vede seccare le piantine. Un disastro. Nelle città, è lotta al secchio di acqua, che arriva da chissà dove e dà diarrea per la sua dubbia qualità. Che sarà il prossimo anno? Tutti ci domandiamo.

chiedendo la pioggia
Nell’Anno della Misericordia, dar da mangiare agli affamati e dar da bere agli assetati è ordine del giorno: abbiamo aiutato la scuola di Sunchu Pampa nell’acquisto di una cisterna per l’acqua piovana da 10 mila litri. Abbiamo sostenuto la scuola di Uvila per l’acquisto degli alimenti per la mensa che dà pranzo a 60 ragazzi e ragazze, e per la costruzione della sala che serve da refettorio e sala di studio per gli studenti. E continuiamo, naturalmente, con il “Comedor Popular de Vilacaya”.  
2016: segna il mio ritorno a Vilacaya e la celebrazione della mia professione perpetua, il giorno della Consolata, 20 giugno. La comunità si è arricchita con la presenza di suor Marisa, argentina, già un’esperienza in Bolivia nell’antica comunità di Poopó. E così, il trio dinamico corre da una parte all’altra, perché il ritornello che si ripete quest’anno è: “más allá de las fronteras” come dice il canto argentino: sempre più in là, dove la gente ci aspetta: abbiamo conosciuto e accompagnato comunità che ancora non avevamo visitato: altre vite, altre storie, altre realtà che ci hanno preso il cuore. Ma manca il tempo per arrivare a tutti, qui ci sarebbe lavoro per 10, altroché 3…

con le donne di Tañavillque

“Que siga la puerta abierta”, dice un canto meraviglioso sulla consacrazione: che la porta sia sempre aperta, e così cerchiamo di fare. Molte visite in quest’anno: le giovani in formazione hanno fatto la loro esperienza in giugno, a fine luglio è arrivata Giulia dall’Italia e si è fermata due mesi, poi il ritorno di Elisa e Maria (mia mamma), quindi i Laici Missionari della Consolata dall’Argentina: dapprima Nestor e Rosario, con i quali abbiamo animato un meraviglioso Campo Scuola in preparazione al Natale, con 150 meravigliosi bambini di Sunchu Pampa e dintorni. Quindi Mario, Viviana, Joaquín e Francisco, familia LMC che ha animato l’Estate Ragazzi di Vilacaya, due giorni intensi alle porte di Natale. Incontri, accoglienza: una ricchezza reciproca che fa del bene, perché fa circolare il bene.

Come non ricordare lo storico incontro del Titicaca? Dove 10 sorelle del Continente America, insieme a Padre Giuseppe Frizzi, imc del Mozambico, a Calixto e Encarnación, coppia aymara,  abbiamo riflettuto sulle spiritualità originarie. Un’esperienza unica che ci ha messo nel cuore un forte di desiderio di conoscere ed immergerci ogni volta di più nella ricchezza dei popoli originari che accompagniamo.

incontro al Titicaca

Se andassi nei dettagli, scriverei un’enciclopedia. Ma è già scritta nel libro della vita, con tanta gratitudine al Dio di Misericordia e di Vita. Ringraziamo tutti coloro che ci hanno sostenute ed accompagnate in tantissimi modi: dall’aiuto economico, al messaggino “Come state?” in whatsapp, alle visite e condivisioni in tutti i modi. Come dice un altro canto, “E’ più bello insieme”. Anzi: è meraviglioso. 
Vilacaya: bilancio secco di un anno Vilacaya: bilancio secco di un anno Reviewed by abconsolata on 01:00 Rating: 5

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