Esperta in danza (chi, io?)
Le persone che mi
conoscono hanno certamente sorriso leggendo questo titolo, perché sono notoriamente
una nullità nel ballo: dire che sono come un manico di scopa sarebbe darmi un
giudizio molto clemente. Ma si sa, quando mancano i cavalli, anche gli asini
zoppi trottano, e questo vale a tutte le latitudini. Ed è così che, ancora una
volta (infatti, non è la prima), mi chiamano come giudice di una gara di danza.
Subito mi sono
venuti in mente i format televisivi in cui rinomati esperti di ballo sono
chiamati a dare il loro voto a giovani aspiranti alla celebrità. Si, si: uguale
uguale... ma con qualche differenza. Prima: non devi essere astemia, perché
durante le danze il gruppo offre chicha e singani, bevande alcoliche tipiche
della festa. E se sono 10 gruppi, berrai 10 volte. E se sono 15... beh, forse
non arrivi alla fine, o meglio: non ti ricorderai di come è andata a finire.
Seconda differenza: devi avere un cuore forte, perché non sei solo giudice,
anche ballerino: una persona del gruppo danzante ti prende quasi alla forza e
ti fa ballare anche per 10 minuti, alle volte a ritmi abbastanza movimentati.
Moltiplica per dieci o quindici anche stavolta, e trovi il risultato. Comunque, sempre ringrazio Iddio che le danze
quechua sono generalmente un correre in cerchio, senza tante complicazioni,
perciò me la cavo senza tanta vergogna. Terzo: puoi ricevere regali, ma nessuno
ti accuserà di essere corrotto, perché sono i segni dell’accoglienza e della
reciprocità, come le corone di verdure e altri alimenti.
la chicha per i giurati |
E’ il giorno di
San Pietro, e la comunità ha organizzato un festival nel pomeriggio, al quale
ha invitato le comunità del cantone e il Collegio. Il municipio offre premi,
cose ben pratiche ed utili: carriole, pale e altri attrezzi da lavoro. Le
comunità danno il meglio di sè in danze tradizionali: il Sicus, la Pasqua, la
Tarqueada... ciascuna con il suo stile di musica e i suoi strumenti. La cosa
bella di essere giudice, è che mi trovo in una posizione visuale perfetta, e così
ne approfitto per fare video e scattare foto, che in un giorno di ozio, che ho
ancora speranza arrivi, monterò in un clip prezioso.
I ragazzi del
Collegio mi entusiasmano: sono due settimane che provano tutte le sere di
questo freddo giugno. E i risultati si vedono: splendide coreografie, musici
molto affiatati e costumi bellissimi. Dimostrano tutta la loro energia di
giovani, e li giudico quasi a pieni voti, da mamma orgogliosa. Ma i miei
colleghi di giuria non hanno gli stessi criteri, e gli unici a ricevere il
premio sono gli studenti dell’ultimo anno.
Il lavoro finisce
in aritmetica: sommare i punteggi e dare il verdetto. Ormai il sole si è
nascosto dietro la montagna ed inizia a sentirsi il freddo. La esperta in danza
si ritira in casa, dopo un giorno iniziato molto presto, prima che il sole
sorgesse, in onore al Tata San Pietro...
selfie con la ghirlanda di pani e cipolle |
Esperta in danza (chi, io?)
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