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MISERICORDIA nel cuore di San Giuseppe Cafasso

Per i Missionari e le Missionarie della Consolata è da sempre “lo zio”: san Giuseppe Cafasso, sacerdote torinese del XIX secolo, forse non è una figura nota a tutti, ma fa parte della nostra storia di famiglia, poiché era lo zio materno del nostro Fondatore, il Beato Giuseppe Allamano: questi lavorò quasi tutta la sua vita per il riconoscimento ufficiale della santità di suo zio, e non certo per la gloria della sua famiglia: aveva intuito che l’esempio sacerdotale del Cafasso poteva fare del bene ai sacerdoti di ogni epoca.



Visitando, nel novembre scorso, il Santuario della Consolata, ci hanno permesso di entrare nella stanza dove viveva il nostro Fondatore, e lì era esposto a mo’ di reliquia un calice dello Zio. Il sacerdote che ci accompagnava, ci ha detto che molti sacerdoti chiedevano di poter celebrare con questo calice, e sicuramente in questo Giubileo altri hanno continuato la tradizione, poiché San Giuseppe Cafasso è una figura particolarmente legata alla Misericordia.  

Infatti, sarebbe lungo l’elenco delle numerose attività apostoliche del Santo, però una in particolare lo caratterizza: visitava i condannati a morte e li accompagnava fino al momento dell’esecuzione capitale. La preoccupazione del Cafasso era che i colpevoli si riconciliassero con Dio prima della morte, sicuro come era della Misericordia divina, che tutti perdona nel suo amore. Si racconta che alcuni peccatori incalliti, ribelli nei confronti della società e anche contro Dio, non volevano assolutamente pentirsi e riconciliarsi. San Giuseppe Cafasso passava ore e ore in preghiera, chiedendo al buon Dio il dono del pentimento per questi poveri carcerati. Si trattava di persone che avevano commesso delitti gravi, ma agli occhi di Dio – e del nostro santo – si trattava pur sempre di figli amati, aspettati dal Padre, che sempre perdona. Con la sua preghiera e anche con la sua santa testardaggine, il sacerdote “della forca” (in Torino, nel luogo dove venivano uccisi i condannati a morte, è stata eretta una statua in ricordo del Cafasso: è il Rondò della Forca) riusciva a convincerli e con il suo aiuto queste persone terminavano la loro vita terrena in pace con Dio.

una preziosa foto dell'Allamano con il quadro del santo zio

Il Cafasso era ottimo confessore e direttore spirituale: chiedetelo a Don Bosco, che a lui deve il consiglio di iniziare quella che sarà la grande opera salesiana! Altro segno della Misericordia di Dio, che ama e sostiene ai suoi figli.
Che dire di più? Abbiamo incontrato tre/quattro generazioni di santi della nostra famiglia consolatina: il Cafasso, l’Allamano, Suor Irene e Suor Leonella: più di un secolo di persone che hanno sperimentato la misericordia di Dio e – a loro volta – l’hanno fatta conoscere a tante persone. Non siamo forse nanerottoli sulle spalle dei (santi) Giganti?


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